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LE PAROLE

Parma, Cherubini: "Il mercato un segnale forte, obiettivo salvezza"

Il CEO dei gialloblù durante la conferenza stampa di presentazione: "Speriamo di riportare Parma nel tempo ad altissimi livelli"

07 Feb 2025 - 21:57
 © Ufficio Stampa

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Dallo scorso 27 gennaio nuovo amministratore delegato del Parma, Federico Cherubini si è presentato oggi: "Sposo un progetto che seguo da anni, perché conosco il presidente Kyle J. Krause prima ancora che acquisisse il Parma. Mi ha colpito la sua visione di lungo periodo, che non è facile da trovare nel calcio italiano. Sento questa forte voglia di raggiungere degli obiettivi veramente importanti". E per raggiungere gli obiettivi, primo tra tutti la salvezza quest'anno, nel mercato di gennaio sono arrivati sei nuovi acquisti: "Credo che la società abbia dato un segnale forte". Di seguito la conferenza integrale. 

LA VISIONE DEL PRESIDENTE KYLE J. KRAUSE
"Credo che per me sia stata una bellissima possibilità di sposare un progetto che conosco e seguo da anni con attenzione perché ho avuto la fortuna di conoscere il Presidente Kyle J. Krause prima ancora che acquisisse il Parma e quindi ho sempre seguito le vicende del Parma. Quando poi il Presidente ha acquisito la società, l’ho seguito (il Parma, nda) con grande attenzione. Ciò che mi ha colpito è stato che dal primo giorno che mi ha parlato da Presidente del Parma qualche anno fa mi aveva mostrato una visione per il Club e io questa visione l’ho vista e la vedo. E, ancora oggi quando parlo con lui sento che c’è questa forte voglia di raggiungere degli obiettivi veramente importanti, credo che il suo impegno, non solo economico, abbia dato anche dimostrazione di come lui abbia scelto questo progetto con grande determinazione e, sicuramente, sono convinto che insieme riusciremo a raggiungere tutti gli obiettivi che il Club si è dato. Di solito le urgenze arrivano dalla parte sportiva, che naturalmente è quella che è più esposta ed è anche quella che più determina gli umori, direi che oggi c’è una situazione sicuramente da affrontare che riguarda naturalmente il mantenimento della Serie A che è una cosa molto importante per il Club e quindi oggi diciamo che gli sforzi di tutte le persone che sono nell’area sportiva sono tutti rivolti lì, ma questo non deve far interrompere la programmazione e la visione di medio lungo periodo, perché secondo me se c’è una caratteristica veramente bella che credo che il Presidente Krause abbia portato è quella di riuscire ad avere di una visione di lungo periodo, cosa non facile da trovare nel nostro sistema attuale italiano del calcio”. 

LA FILOSOFIA DEL LAVORO E DELL’EQUILIBRIO
“Io sono qui da pochissimi giorni, quindi, credo che sarebbe presuntuoso dire di aver capito le problematiche. Sto parlando molto con le persone che hanno condiviso questo percorso in questi mesi e naturalmente ci sono delle cose che oggettivamente dobbiamo riuscire a fare meglio. Sicuramente riuscire ad avere un’interpretazione delle gare che dimostri che vogliamo mantenere questa categoria, perché è fondamentale mantenere la Serie A e, quindi, questo passa anche dallo spirito della squadra riuscire a trasferire in campo in ogni partita. Io sono convinto che le qualità del gruppo ci possono permettere di raggiungere l’obiettivo, però le qualità se non sono abbinate all’atteggiamento da sole non bastano e quindi io mi aspetto di vedere qualcosa di importante dal punto di vista dell’atteggiamento e la partita di Cagliari da questo punto di vista è esattamente un test veramente molto importante. Non prenderei questi primi giorni come la settimana tipo perché sono nella fase di conoscenze e di tutto quello che sono le varie realtà sia interne che esterne al Club e naturalmente della città, perché, secondo me, i risultati sportivi di un Club non possono prescindere dal legame con città, con la piazza e con il territorio. Le ambizioni e gli obiettivi del Club sono di larghissimo respiro, naturalmente speriamo di riportare Parma negli anni ai massimi livelli, ma è oggettivo che questo legame deve essere la base. Quindi oggi la mia giornata tipo, ripeto, è fatta di tanti incontri ascoltando il più possibile ciò che tutte le persone sia del Club che delle istituzioni mi trasferiscono. Domani, naturalmente voglio arrivare ad avere una settimana tipo un pochino più pianificata, che sarà bilanciata tra quelli che sono gli aspetti tipici del corporate di una società di calcio e quella che è l’aria sportiva. È evidente che questi due mondi, che spesso anche in passato sono stati uno dei problemi che le società di calcio hanno, è quello di non riuscire a trovare una giusta armonia per questi due mondi. Io, invece, credo che il mio ruolo dovrà andare proprio in quella direzione: riuscire a coniugare interessi sportivi e interessi economici, commerciali, istituzionali, tutto quello che fa parte di una società di calcio importante come il Parma”.

RAGGIUNGERE GLI OBIETTIVI CON I GIOVANI
“Il dato che siamo la squadra più giovane del campionato è oggettivo, quindi, questo è qualcosa, appunto, di oggettivo. L’equazione gioventù-aumento del rischio ci piò stare, ma pensare necessariamente che alla squadra più giovane del campionato debba necessariamente, come dire, andargli male, non è così perché anche la storia recente del campionato italiano dimostra che non sempre, anzi, che anche la squadra più giovane del campionato nel 90 per cento dei casi comunque raggiunge gli obiettivi. Lo dico perché non voglio che si generino e sorgano degli alibi interni ed esterni pensando ‘Siamo giovani se il risultato arriva o non arriva abbiamo questa componente che ci solleva’, no. Se non sarà raggiunto l’obiettivo alla fine del campionato non potremo appellarci alla gioventù, ma vorrà dire che non saremo stati capaci quello che le nostre qualità, secondo me, ci permettono di fare”.

LAVORIAMO SU SENSO DI RESPONSABILITÀ E APPARTENENZA
“Ho incontrato i tifosi dopo una partita oggettivamente molto difficile e ho compreso tutta quella che poteva essere la rabbia legittima di un tifoso, che magari veniva allo stadio sperando in una partita di riscatto e invece assiste a una sconfitta. Io credo che da parte dei tifosi ci sia stata una distinzione, tanti tifosi hanno riconosciuto che la squadra non sta mancando di impegno e questo credo sia la prima cosa che una tifoseria deve chiedere alla propria squadra. Poi aggiungo un pezzo. Che fa parte dell’essere professionisti, di rappresentare un Club importante come il Parma. I calciatori devono scendere in campo e l’impegno lo do per scontato, metterci quel qualcosa in più che va nella direzione della passione e del senso di appartenenza e di identità, su questo dobbiamo ancora fare un passettino avanti”. 

RIORGANIZZAZIONE AREA TECNICA E LO SCOUTING
“Il mio arrivo ha comportato una riorganizzazione nell’Area Tecnica della Prima Squadra. In questi giorni Mauro Pederzoli si occuperà di altre attività nella sfera dell’Area Tecnica, rimanendo all’interno del Club. E poi Alessandro Pettinà e Mathieu Lacome, da un po’ di tempo, hanno allargato la loro sfera di competenze mentre Mamo Notari resterà come responsabile scouting della Prima Squadra. Diciamo c’è che stata una piccola riorganizzazione e si va in continuità. Mauro resterà nella direzione sportiva, nell’ambito dell’Area Tecnica valuteremo progetti specifici insieme. A volte anche seguire un obiettivo futuro. Mauro per l’esperienza che ha può essere utile in tantissime altre vesti. Lo scouting? Ho vissuto fasi diverse, anche legate al mondo dello scouting, da quando si andava a vedere le partite a quando è stata introdotta la tecnologia che ha permesso di fare selezioni in modalità diverse. Nel 2025 non si può prescindere dall’utilizzo della tecnologia anche per prendere delle decisioni, ma forse perché io sono della vecchia scuola, a volte, la sensazione possa aiutare. In questo, quando si parla di scouting, noi possiamo profilare dei calciatori attraverso dei sistemi, possiamo fare analisi vicini agli obiettivi, ma se poi non conosciamo la storia del ragazzo e non parliamo con lui, credo che questi aspetti legati al carattere e alla personalità siano determinanti. Non voglio essere né nostalgico né troppo contemporaneo, credo che l’equilibrio fra le due scuole possa portare a un giusto compromesso”.

IL CALCIOMERCATO DI GENNAIO
“Negli ultimi giorni ho vissuto le riunioni fatte dalle persone deputate nel Club a prendere determinate decisioni. Arrivare a pochi giorni dalla fine del mercato e dare indicazioni particolari rispetto ad un lavoro che è stato portato avanti in questi mesi, mi sembrava inopportuno. Ho cercato di poter dare qualche indicazioni negli ultimi giorni, qualche consiglio, ma il lavoro era già stato fatto. In questa sessione sono stati conclusi 6 nuovi acquisti, al di là delle cessioni, credo che anche la società abbia dato un segnale forte nella direzione di voler raggiungere l’obiettivo e mantenere la categoria”. 

L’INCONTRO CON PECCHIA
“L’ho incontrato, non ho seguito molto gli allenamenti per tutta una serie di impegni però diciamo che il processo è stato facilitato dal fatto che con Pecchia ho avuto già la fortuna di vivere un’altra esperienza insieme, è stato un anno in Juventus guidando la seconda squadra. È stato più facile rompere le distanze iniziali, così come è stato nel suo staff. Così come con Mauro Pederzoli, Mattia e Mamo Notari. Non è tutto nuovo per me, non è stato difficile. Come si esce da una crisi? La formula non esiste, questo sta alle persone vicine alla squadra trovare le soluzioni. Credo che nel calcio ci sia qualcosa di contagioso, nel calcio ci sono gli atteggiamenti: quando le persone all’interno della squadra e che la circondano, iniziano a perdere fiducia, quella sensazione si diffonde come un virus. Al contrario, quando si crede in qualcosa e si crede in un obiettivo dove tutti l’affrontano con lo spirito giusto, è una grande determinazione, grande impegno e grande senso di responsabilità. A tutte le persone che oggi hanno lo stemma del Parma Calcio sulla propria maglia o tuta, oggi si chiede questo, senso di responsabilità per portare avanti questo progetto che è veramente importante e merita il massimo impegno da parte di tutti”.

PARMA FEMMINILE, L’OBIETTIVO È TORNARE IN A
“L’impressione è stata molto buona, sono stato a Noceto domenica per la partita, ma poi sono tornato ieri per conoscere meglio la struttura e le persone che ci lavorano. Credo sia stato fatto un ottimo lavoro, ma soprattutto ho respirato all’interno dell’impianto di Noceto sia domenica durante la partita un clima di partecipazione e di coinvolgimento delle persone che erano allo stadio, sia ieri quando ho visitato l’impianto tutte le persone che lavoravano lì le ho viste molto coinvolte e determinate a raggiungere l’obiettivo e devo dire che quell’impianto, i campi e tutte le strutture costruite dal Parma in questo ultimo periodo ne fanno uno degli impianti migliori che pone il Parma ai massimi livelli per gli standard utilizzati. Quindi, l’impressione è stata positiva, quindi speriamo di concludere il campionato come tutti ci auguriamo e tornare in Serie A”.

IL PROGETTO “STADIO TARDINI”
“Ho avuto un incontro con il Sindaco nei giorni scorsi, è stato molto piacevole, perché oltre ad averlo visto allo stadio l’ho incontrato in Comune. Mi ha raccontato tante cose, della città e dei progetti che l’Amministrazione sta portando avanti con il Parma Calcio. Lo stadio in primis, ma anche altri. Si è parlato della possibilità di sviluppare eventi di sistema insieme. Il tema stadio è sensibile, ho percepito quanto lavoro ci sia stato alle spalle. Ho raccolto la volontà dell’Amministrazione che credo vada a poter rappresentare gli interessi di tutti, dalla comunità del Parma Calcio, dei tifosi, della società e della città. A breve, nei prossimi giorni, arriverà anche il Presidente Kyle J. Krause, sarà una delle principali tematiche da affrontare. Quando avrò avuto modo di fare questo e di sapere bene quale è lo stato delle cose, lato nostro e solo con lui posso affrontare questo tema, potrò dare il mio contributo su queste tematiche. E arrivare a una piacevole conclusione su quello che è un tema che va avanti da qualche anno”.

FABIO PARATICI E LA STORIA CON LA JUVENTUS
“Io, Fabio (Paratici, nda) e le altre persone coinvolte come il presidente Agnelli e Maurizio Arrivabene non abbiamo mai voluto dire una sola parola rispetto a quella sentenza. Che non significa averla condivisa, ma in un sistema democratico alcune cose vanno accettate e non vanno commentate. Non abbiamo mai detto una parola in due anni e non vorrei farlo ora. L’assist relativo al mio rapporto con Fabio Paratici lo voglio cogliere perché con Fabio ho vissuto 9 anni dei miei 12, grazie a lui sono arrivato alla Juventus. Anche se lo svolgimento della vicenda, dove mediatamente c’è stata molta speculazione su questa cosa, io ho un rapporto molto forte con lui, anche se in questa vicenda dal punto di vista umano, personale, e professionale è stata molto dura, non posso far altro che augurarmi che Fabio torni prima possibile, e a breve finirà la sua inibizione. Dimostrerà ancora che è il miglior dirigente sportivo, ed è uno dei pochi che ha avuto la capacità di proporsi anche all’estero. Ma visto che oggi dobbiamo parlare del Parma, vorrei allargare il discorso visto che a giugno ho lasciato la Juventus dopo 12 anni e in questi mesi, stando fuori, non ho mai parlato, credo sia giusto questo. E non ho avuto l’opportunità di chiudere anche solo con un ringraziamento quel ciclo di 12 anni. Lo faccio oggi, citando un’altra persona che è il Presidente Andrea Agnelli con il quale ho condiviso gran parte di questo percorso. Lo ringrazio, lo abbraccio e spero che anche lui presto possa tornare perché quello che abbiamo vissuto in quei 10 anni è stato sporcato dalla cronaca, ma resterà un ciclo fatto di tante vittorie sportive e tante altre fatte fuori dal campo, come i lavori sulle infrastrutture, sui progetti, sulle seconde squadre e altro ancora. Ho colto questa occasione per chiudere questo ricordo di Juventus e oggi tuffiamoci al cento per cento nel Parma”.

NEXT GEN
“In Italia il tema delle seconde squadre è un tema di cui se ne sta parlando adesso. Con l’attuale sistema è un obiettivo oggi distante, negli altri paesi le squadre sono assorbite nella piramide delle varie categorie. Da noi sarebbe da fare una svolta normativa e un auspicabile ragionamento di sistema. Tutte le leghe dovrebbero sedersi insieme e il progetto delle seconde squadre potrebbe portare un beneficio al calcio italiano e alle squadre nazionali”.

IL RECRUITING DEI COLLABORATORI
“Un Club deve riuscire a creare nel suo interno il proprio futuro, non sempre pescare esternamente le nuove risorse. Negli ultimi anni, i miei collaboratori, ho sempre preso persone molto motivate, ambiziose, a costo che possano anche prendere il tuo posto. Però l’ambizione, il fuoco, la passione che ti guida, le qualità per fare il lavoro fanno la differenza. I tre collaboratori che avevo nell’ultimo periodo, molto giovani, uno oggi è Giovanni Manna, direttore sportivo del Napoli, uno è Marco Ottolini, direttore sportivo del Genoa, e l’altro è Matteo Tognozzi, direttore sportivo del Granada che proprio oggi ha risolto il contratto. Però dico che sono tre ragazzi che sono cresciuti con l’idea di crescere all’interno al Club, e al Parma sceglierò sempre persone che hanno voglia di crescere nel rispetto di dove si trovano”.

I CALCIATORI GIOVANI, ITALIANI E STRANIERI, TENDENZA DI SISTEMA
“Sul tema dei giovani ho detto prima che essendo una persona che negli ultimi anni si è occupato molto delle tematiche della formazione e del tema della valorizzazione dei giovani è un tema che mi sta a cuore ed è una strategia che condivido, naturalmente, non significa che si possono creare squadre esclusivamente di giovani. Secondo me, il giusto equilibrio, anche in questo senso sta anche nella costruzione della rosa e va valutato. Perché, secondo me, alcuni elementi di riferimento possono aiutare i giovani a crescere, quindi, da questo punto di vista credo che il mix sia la cosa giusta. Ripeto, ho paura che stiamo toccando troppo il tema dei giovani fino a creare quello che potrebbe essere un potenziale alibi, perché essere giovani non necessariamente significa non dover raggiungere gli obiettivi. È sicuramente un elemento, non dico criticità, ma sicuramente con i giovani c’è più lavoro da fare questo è oggettivo. Però, sono fiducioso di poter immaginare che anche in futuro delle rose che possano sempre avere una buona componente di giovani. Sul tema italiani o stranieri credo che questo sia esclusivamente un trend del Parma. Se si va a vedere oggi nell’acquisizione dei giovani c’è una prevalenza di acquisti all’estero che è determinata in parte dalle capacità di scouting ma ci sono anche degli aspetti più legati ad una maggiore difficoltà a comprare in Italia per aspetti legati anche al meccanismo dei trasferimenti, è più difficile, c’è più concorrenza sul mercato interno. È evidente che i giovani più importanti o comunque più validi bisogna aver la capacità di intercettarli un pochino prima, nel sistema italiano ci sono anche delle normative, ogni regione ha il proprio bacino fino ai 14 anni si può pescare solo all’interno della regione. Quindi sarà difficile immaginarsi in futuro un Parma con tanti emiliani in campo perché è una regione, dove rispetto alle altre aree geografiche c’è meno popolazione, quindi, io auspico di poter arrivare ad avere un mix anche di calciatori italiani però ripeto, non addossate responsabilità allo scouting perché questo è un trend di sistema. Si sta comprando più all’estero un po’ in generale in tutta la serie A. Speriamo in parte di poter costruirci da soli in parte di poter riuscire a prendere in Italia ma dobbiamo anticipare un po’ i tempi dello scouting”.

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