Il tecnico gialloblù: "Non stiamo beneficiando di nulla. Vogliamo che cambino le regole"
"Non possiamo garantire nulla, andiamo avanti giorno dopo giorno". Roberto Donadoni si presenta davanti ai giornalisti alla vigilia della sfida del suo Parma con l'Atalanta che rivedrà tornare in campo i gialloblù dopo due turni di stop: "Non stiamo beneficiando di nulla. Vogliamo che cambino le regole perché non capitino casi come il nostro", ha detto il tecnico che poi ha aggiunto: "Mi preme rendare dignitosa questa continuità".
“Non sono i soldi che ci interessano, anche se con i soldi qualcuno ci mangia e se uno ha sette Ferrari vuol dire che lavora e i soldi se li guadagna. Chi riduce tutto al discorso economico non ha recepito nulla di quanto è stato detto. Ieri c’è stato un colloquio importante con il Presidente Tavecchio che ci ha detto cose importanti che ci hanno fatto piacere, come sulle garanzie che abbiamo chiesto e che ci ha detto che proverà a portare avanti. Perché se siamo arrivati a questo punto significa che qualcosa non funziona. Ripeto. Chi evidenzia solo il discorso economico non ha capito nulla. Vogliamo cambiamenti affinché quel che è successo al Parma non accada ancora. Per organizzare situazioni efficaci servirà del tempo. E’ logico che questa è una toppa. Si sa che diverse società di serie A sono indebitate per diversi milioni di euro. Ci vorrà tempo per sanare questa situazione, quattro o cinque anni, ma vanno messi dei paletti, delle regole. Che vanno rispettate, e non aggirate, perché questo porta alla situazione attuale”
La squadra è pronta a tornare in campo dopo tutto questo tempo?
“Da allenatore sottolineo che questa a una squadra che giorno dopo giorno negli ultimi due mesi una caduta importante dovuta a queste problematiche. Non si tratta di mettere in campo automi, parliamo di persone. Quel che è successo in questi mesi ha fatto sì che siamo in difficoltà, c’è una componente psicologica che influisce. Se i giocatori hanno fatto questa scelta, significa se sono in grado di scendere in campo. Dal punto di vista mentale, dopo due mesi duri, dovremo essere forti e cercare di combattere. Vogliamo arrivare alla fine del campionato con la dignità che questa squadra ha dimostrato fino ad oggi". Chi sarà riconosciuto colpevole, dovrà scontare qualcosa. Ognuno dovrà fare la propria parte. Ci sarà chi dovrà accertare queste cose, ma prima che questo accada, non è giusto parlarne in un senso o nell’altro".
Alle parole del Presidente Lugaresi, mister Donadoni risponde:
“Qualcuno ben più famoso di me, disse, “Chi è senza peccato scagli la prima pietra”.. Ma comunque senza perdersi in troppi discorsi, se devo dire qualcosa al presidente lugaresi lo chiamo al telefono e lo dico a lui Sulle dimissioni di Pietro Leonardi: “Ho una mia idea, ma penso che se ha fatto una scelta del genere l’avrà maturata visto quel che sta accadendo e poi semmai spiegherà lui”.
Ai tifosi che chiedono di non scendere in campo:
“Come ho già detto a qualcuno di loro ieri sera e ribadito oggi, non sono i soldi, i 5 o 10 o i 15 milioni. Non è quello che ci fa decidere di giocare o no. Noi ci alleniamo durante la settimana perché vogliamo scendere in campo la domenica, non raccogliere margherite. Domani giocheremo ancora gratis. Così come la settimana dopo, finchè non sarà dichiarata fallita questa società. A meno che il Presidente attuale che è Manenti non decida di fare qualcosa. Ma è una scelta la nostra che abbiamo fatto perché dopo l’incontro con Tavecchio di ieri crediamo ci siano i margini perché le cose possano andare verso la giusta direzione”.
E’ molto che non parlate con Manenti?
“Non abbiamo più voglia di parlare con nessuno, vogliamo i fatti. Sono state due settimane molto delicate e molto significative. Un episodio del genere non è mai accaduto nel calcio italiano e deve far riflettere tutti”.