Gli inquirenti: "Operazione di riciclaggio non andata a buon fine solo per problemi tecnici". Domani il Tribunale si pronuncia, ma non è detto
Primi dettagli sull'arresto di Giampietro Manenti nell'ambito del blitz della GdF coordinato dalla Procura di Roma. Secondo quanto riferito in conferenza stampa dal procuratore aggiunto Michele Prestipino, il gruppo criminale sgominato ha tentato di mettere a disposizione del patron del Parma 4,5 milioni di euro. L'operazione di riciclaggio poi non sarebbe andata a buon fine soltanto per problemi tecnici.
Nel dettaglio, i soldi a Manenti sarebbero dovuti arrivare con un giro complicato di denaro. "I 4,5 milioni erano stati messi a disposizione con provviste finanziarie su carte di credito clonate attraverso l'uso delle somme in operazioni commerciali come sponsorizzazioni, gadget e abbonamenti allo stadio", ha spiegato Prestipino.
“Manenti era solo il terminale, doveva essere il beneficiario in contatto con uno dei componenti di questo gruppo di hacker, che operava sulla piazza di Milano. Sarebbe stato il beneficiario del trasferimento delle somme necessarie se fosse stato portato a compimento il trasferimento. È Manenti che ha contattato il componente di Milano. L’accusa nei suoi confronti è di concorso in reimpiego di capitali illeciti”.
“L'indagine -continua Prestipino- è stata breve così come la risposta giudiziaria, perché è stata necessaria un'accelerazione in relazione al secondo filone di indagine nei provvedimenti giudiziari. Era necessario interrompere subito delle condotte di reato estremamente gravi che erano in atto e che sarebbero state portate a compimento senza il nostro intervento”.
Il presidente Manenti intanto è stato trasferito a San Vittore, in attesa degli interrogatori da parte degli inquirenti. E ciò comporta una serie di problemi procedurali riguardo l'udienza di domani, al Tribunale di Parma, per il fallimento ritenuto la sola strada per non chiudere la stagione sportiva, con la nomina di un curatore fallimentare: procedura comunque non semplice.
La detenzione di Manenti può causare seri problemi riguardo al fallimento pilotato, proprio per l'assenza, obbligata, del presidente dinanzi ai Tribunale. E' una corsa contro il tempo, quasi disperata.
Nel frattempo si è fatto sentire ancora Alessandro Proto che negli ultimi dieci giorni aveva invano tentato di farsi cedere la società da Manenti. Se la procedura di fallimento non andrà in porto (ipotesi sempre più probabile) Proto si è detto disponibile a discutere l'ipotesi di acquisto. Ma ora come ora a Parma non ci si fida più di nessuno.
E dopo l'arresto del presidente Manenti, il Parma Calcio ha reso noto un comunicato nel quale precisa che dinanzi al Tribunale fallimentare il club sarà comunque rappresentato."Parma Fc comunica che, in seguito ai recenti avvenimenti giudiziari, la società rimane comunque rappresentata dal Collegio Sindacale, il quale ne assume l’ordinaria amministrazione a norma dell’art. 2386 c.c. Il dottor Osvaldo Riccobene, componente del Collegio Sindacale Parma Fc ha incontrato questo pomeriggio presso la sala stampa del centro direzionale di Collecchio dipendenti e collaboratori del club per fare chiarezza sulla attuale situazione societaria. Il dottor Riccobene, come concordato con mister Donadoni, incontrerà domani pomeriggio anche la prima squadra e lo staff tecnico. All'udienza pre fallimentare di domani, Parma Fc sarà rappresentata, oltre che dal dottor Osvaldo Riccobene, anche dall'altro sindaco dottor Enrico Siciliano