A rivelarlo è un documento realizzato dalle autorità spagnole riguardante l'indagine sul gruppo "Tsunami Democràtic"
Pep Guardiola ha sempre mantenuto un rapporto particolare con la Catalogna. Nato nella regione di Barcellona, lo spagnolo ha vestito per anni la maglia blaugrana prima di diventare un simbolo della squadra grazie alle imprese realizzate in panchina con Lionel Messi in campo. Il tecnico del Manchester City si sarebbe però speso anche per l'indipendenza del territorio dalla Spagna "incitando la popolazione catalana a ribellarsi allo Stato”.
Un'accusa non di poco conto considerata la situazione politica che interessa la Spagna che da decenni deve far fronte ai movimenti indipendentisti presenti sia in Catalogna che nei Paesi Baschi e che avrebbero trovato appoggio in una delle figure più influenti dello sport iberico. Il tutto è spuntato da un rapporto della Guardia Civil che sta indagando su Tsunami Democràtic, gruppo indipendentista a cui apparterrebbero alcuni domini situati in Canada.
Proprio in direzione oltreoceano è partita una rogatoria emessa dal magistrato Manuel García Castellón nella quale chiedeva informazioni in merito ad alcuni siti di proprietà della società nordamericana Tucows Domains Inc e alla quale le autorità canadesi hanno risposto chiedendo ulteriori informazioni sul procedimento. Fra le richieste più interessanti spunta proprio una riguardante l'ex giocatore di Barça e Brescia dove viene richiesto il motivo dell'accostamento a Tsunami Democràtic.
Nell'ampio carteggio fornito agli inquirenti hanno riportato come gli attivisti, attraverso una loro piattaforma, avrebbero avviato una “potente campagna mediatica promossa dai più alti livelli politici e dai settori civili indipendentisti" con Guardiola che non avrebbe "esitato a mettere la sua voce a disposizione di ‘Tsunami Democràtic’, unendosi alle loro richieste e incoraggiando la popolazione catalana a ribellarsi allo Stato”. Il tutto è finito nelle mani di Vozpópuli che ha reso pubblico la notizia venendo quindi riportata sia da Marca che dal Mundo Deportivo.