"Adesso? A casa ci sto poco. Curo i miei interessi immobiliari e soprattutto sto all'aria aperta: il mio terreno, i miei boschi, i funghi, la caccia al cinghiale. La famiglia, gli amici, le cose semplici che mi fanno star bene. Il calcio è diventato un cinema, non fa per me". Così in un'intervista al Corriere della Sera il portiere campione del mondo Angelo Peruzzi. Lo chiamavano Cinghialone, "ma non mi piace, preferisco Tyson, me lo mise Liedholm", rivela, e oggi gira alla larga dal mondo del pallone. Perché? "Tutto è cambiato. I giocatori? Un'azienda. Firmano un triennale e dopo pochi mesi chiedono l'aumento col procuratore o vogliono essere ceduti. I portieri? Più bravi coi piedi che con le mani. Io oggi mica potrei giocare. Non dico sia sbagliato, ma non fa per me. Meglio i boschi, la natura".