Abruzzesi sconfitti e a -10 dall'Empoli che deve ancora giocare: la salvezza sembra un miraggio. I gol di Fernandes, Quagliarella e Schick rendono inutile la rete di Cerri
Il secondo anticipo della 27esima giornata suona più o meno come una condanna per il Pescara di Zeman, sconfitto 3-1 a Genova dalla Sampdoria. Blucerchiati in vantaggio con Fernandes al 18' e raggiunti da Cerri al 32' in un primo tempo equilibrato. Ma è nella ripresa che la squadra di Giampaolo viene fuori trovando il 2-1 con Quagliarella al 13': terza rete consecutiva in altrettante gare per l'attaccante. Schick al 23' trova il tris.
Se le speranze di salvezza del Pescara erano poche, dopo la prova di Marassi si possono dire quasi azzerate. Abruzzesi sconfitti ma soprattutto lenti, con poche idee, prevedibili e giù di tono. La millesima panchina di Zeman non trova la giusta celebrazione nella prestazione di una squadra che resta in partita per i primi soli 45 minuti ma di fatto rinnega il credo del suo allenatore: Pescara quasi sempre dietro la linea della palla con un atteggiamento difensivista e incapace di ripartire in contropiede. La Samp fatica a trovare spazio all'inizio ma poi mette più grinta e fa salire la qualità delle giocate nella ripresa grazie soprattutto a un Bruno Fernandes sugli scudi: un gol e due assist per lui. La squadra di Giampaolo centra il sesto risultato utile consecutivo e si presenta al meglio al derby di sabato prossimo. Il Pescara manda quasi una cartolina di saluti alla Serie A: resta ultimo in classifica, a dieci punti di distanza dall'Empoli terz'ultimo e che deve ancora giocare. E soprattutto dimostra che l'effetto Zeman è durato giusto il tempo dell'esordio.
Dalla sfida di Marassi, infatti, è sopratutto Zeman a cercare risposte: il suo Pescara è quello spumeggiante e vitale visto contro il Genoa o quello lento e prevedibile sceso in campo contro il Chievo? La terza partita da quando il boemo ha fatto ritorno in Abruzzo può essere una sentenza quasi definitiva per capire se il Delfino può davvero continuare a sperare nel miracolo-salvezza. Per farlo serve solo la vittoria e allora Zeman, che non può contare su Campagnaro, Bahebeck e Gialrdino, si affida al suo solito 4-3-3 con Cerri al centro dell'attacco. Giampaolo, invece, è in striscia positiva: la Samp viene da tre vittorie e due pareggi, ha 10 punti in più dello scorso anno e contro il Pescara in Serie A non ha mai perso. I blucerchiati si dispongono col 4-3-1-2 con Sala e Pavlovic a dare spinta sulle fasce e i ritorni dal primo minuto di Torreira (squalificato a Palermo) in regia e Muriel (lasciato in panchina al Barbera) in attacco al fianco di un Quagliarella sempre a segno nelle ultime due partite.
Avvio di partita poco "zemaniano" per il Pescara che si mette sulla difensiva, si chiude nella propria metà campo con quello che, in fase di non possesso, diventa una sorta di 4-1-4-1. Non c'è pressing da parte degli abruzzesi che si posizionano sulle linee di passaggio impedendo, di fatto, alla Samp di verticalizzare. E infatti i blucerchiati fanno molto possesso ma per lo più in orizzontale faticando a trovare le triangolazioni che permettano di creare superiorità e spazi. E nasce proprio da una delle rare verticalizzazioni il vantaggio doriano al 18' quando Sala trova il filtrante per Muriel scattato in area sulla destra che vince un rimpallo su Stendardo e serve un assist al centro per l'accorrente Fernandes che può solo spingere in porta. Lo svantaggio sveglia il Pescara che però non sembra avere la gamba richiesta dal modulo di Zeman. Per lo meno gli abruzzesi provano ad aprire il gioco, a differenza della Samp che insiste per vie centrali, soprattutto sulla destra dove Zampano si sovrappone spesso ed è da questo tipo di situazione che nasce il pareggio al 32': proprio Zampano vede l'inserimento in area di Benali che si porta la palla verso la linea di fondo e scodella al centro un assist perfetto per Cerri sul secondo palo che da due passi infila Viviano per il suo secondo centro in Serie A. La Samp ha molta più qualità ma è bloccata dall'atteggiamento del Pescara che imbriglia soprattutto Torreira, dalla cui cabina di regia quasi mai escono idee vincenti. Al 35' Muriel, perfettamente pescato in area da un lancio di Quagliarella, si divora il nuovo vantaggio prima sparando addosso a Bizzarri poi spedendo a lato il possibile tap-in di testa. Ma a parte pochi squilli individueli la Samp è lenta e prevedibile e i fischi del pubblico del Ferraris accompagnano il finale di un primo tempo giustamente chiuso in parità.
Giampaolo negli spogliatoi deve averne dette due ai suoi che nella ripresa ripartono da un concetto semplice ma efficace se applicato sul campo: allargare il gioco sulle fasce. E infatti la Samp è più incisiva: sfiora il vantaggio prima con un colpo di testa di Barreto poi con una conclusione da fuori di Praet e infine lo trova al 13': Torreira, che si fa vedere di più rispetto all'anonimo primo tempo, apre bene per Fernandes che dalla destra mette un cross precisissimo nel cuore dell'area per un Quagliarella implacabile che si abbassa e di testa trova la sua terza rete consecutiva nelle ultime tre gare. Il Pescara accusa il colpo e non sembra avere la forza, oltre che la qualità per reagire. E anche poca grinta: la prima ammonizione arriva solo nella ripresa con un intervento scomposto di Coda su Muriel: segnale di poca aggressività e poco agonismo di una squadra che dovrebbe lottare su ogni pallone e invece lascia praterie agli avversari. E al 23' la squadra di casa mette il punto esclamativo sul match: ancora Fernandes trova il filtrante al centro giusto per Schick (subentrato a Muriel, "risparmiato" da Giampaolo in vista del derby) che si infila tra i due centrali abruzzesi dopo un buon controllo e di sinistro infila Bizzarri per il suo settimo gol alla sua prima stagione in Serie A, il sesto da subentrato. E' l'episodio che mette la parola fine al match e, probabilemnte, alle speranze di salvezza di un Pescara poco o nulla aggressivo, poco o nulla convinto che resta all'ultimo posto senza dare segnali di un possibile risveglio.