"Commissione antimafia indotta in errore dall'Inter. Deve mutare il sistema organizzativo"
Emergono sempre più retroscena nell'indagine che ha portato all'azzeramento dei vertici delle tifoserie organizzate di Inter e Milan. I pubblici ministeri non sono teneri nei confronti dell'atteggiamento tenuto dal club nerazzurro. L’Inter, "quando si rapporta" con Marco Ferdico, capo ultrà finito in carcere due giorni fa, "e in particolare cede alle pressioni" di quest’ultimo, che vuole "ottenere" altri biglietti, "di fatto finanzia" lui e gli altri ultras. Lo scrive la Procura di Milano nella richiesta di custodia cautelare relativa ai 19 arresti, nella quale indica anche tutti i punti che hanno portato all’apertura di un procedimento di prevenzione per il club, così come per il Milan. "Il problema per FC Internazionale pare porsi soprattutto sotto un profilo organizzativo: si tratta infatti di rimuovere quelle “situazioni tossiche” che hanno creato l’humus favorevole perché un ambito imprenditoriale sportivo si trasformasse, in fin dei conti, in occasione di illecito, non potendosi certo pensare che il quadro delineato possa essere spiegato facendo esclusivamente riferimento alla personalità perversa di singole persone", si legge ancora. E nemmeno si può "ragionevolmente pensare", spiegano i pm, "che il problema possa essere risolto solo rimuovendo le figure apicali o semi apicali" senza "nulla mutare del sistema organizzativo". E ciò perché "inalterata l’organizzazione, i nuovi venuti si troverebbero nelle medesime condizioni (tossiche) dei loro predecessori e il sistema illecito sarebbe destinato a perpetuarsi". Nell’Inter "vi è una sorta di cultura di impresa, cioè un insieme di regole, un modo di gestire e di condurre l’azienda, un contesto ambientale intessuto di convenzioni anche tacite, radicate all’interno della struttura della persona giuridica, che hanno di fatto favorito, colposamente, soggetti indagati per gravi reati che sono stati in grado di infiltrarsi nelle maglie della struttura societaria", conclude il Pm.
A finire sotto la lente è la gestione della vicenda da parte della Commissione comunale antimafia. Secondo quanto evidenziato dai pm nelle carte, i cui stralci sono come detto citati dall'agenzia di stampa, ci fu "una totale sottovalutazione del fenomeno anche da parte della Commissione comunale antimafia indotta in errore da Fc Inter". Il riferimento è alle audizioni dello scorso 15 marzo, effettuata appunto in Commissione da due responsabili della società nerazzurra. Nella richiesta di custodia cautelare, Storari e Ombra parlano di "completo scollamento dalla realtà dello stadio, non senza considerare alcune omissioni in mala fede".
Secondo la Procura, da "una memoria" depositata il 30 aprile dai legali dell'Inter emerge il limitarsi "a ripetere" quanto detto "in sede comunale", nonché "un dato di interesse". Ossia - con una mail del 28 marzo - che "il Presidente della commissione comunale antimafia ha riferito a FC Internazionale che l'audizione ha 'mostrato l'azione positiva di FC Inter'", scenario smentito "dai fatti" e che dunque "comprova ancora una volta una totale sottovalutazione del fenomeno".