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Inter, presunto arsenale Curva Nord: confermato il carcere per Cristian Ferrario

Nella perquisizione erano stati trovati un fucile AK 47, mitragliatrice Uzi e tre bombe a mano. Intanto il Secondo Anello Verde ha emesso un nuovo comunicato

09 Dic 2024 - 13:58

Il Tribunale del Riesame di Milano, respingendo il ricorso della difesa, ha confermato l'ordinanza di custodia cautelare in carcere per Cristian Ferrario, ultrà interista 50enne arrestato nella notte tra il 22 e il 23 novembre scorso, quando gli investigatori della Squadra Mobile, che indagano sulle curve di San Siro coi pm Paolo Storari e Sara Ombra, hanno trovato in un magazzino a Cambiago, nel Milanese, il presunto "arsenale" della curva Nord, composto, tra l'altro, da kalashnikov, bombe a mano e proiettili.

Dopo l'udienza di venerdì scorso per la discussione dell'istanza di revoca della misura del carcere, è stato depositato oggi il provvedimento del Riesame. Il gip di Milano Domenico Santoro nell'ordinanza ha parlato di un "quadro inquietante" emerso col ritrovamento della "santabarbara" nel magazzino a Cambiago, tra cui "un fucile AK 47", una "mitragliatrice Uzi" e "tre bombe a mano". Uno scenario "che lascia intravedere una proiezione criminosa" degli ultras, ha evidenziato il giudice, "ancora più preoccupante" di quella venuta a galla con l'inchiesta milanese "doppia curva", in cui si è contestata l'associazione per delinquere anche aggravata dal metodo mafioso.

Per il giudice la "disponibilità" di quel "salone" e di quell'arsenale è "ascrivibile" a Ferrario, presunto "custode" e difeso dal legale Mirko Perlino, e al capo ultrà della Nord Andrea Beretta, in carcere dal 5 settembre per l'omicidio dello 'ndranghetista Antonio Bellocco e che da settimane sta collaborando coi pm.

Tra l'altro, nella notte tra l'1 e il 2 dicembre è stata trovata un'altra pistola, stavolta nell'abitazione di un giovane ultrà interista, che fa parte di 'Brianza alcolica', uno dei gruppi della curva nerazzurra. È indagato a piede libero per detenzione illecita dell'arma.

IL SECONDO ANELLO VERDE: "RESPINGIAMO OGNI ASSOCIAZIONE A FAMIGLIE CRIMINALI"

Intanto il Secondo Anello Verde che ha preso il posto della Curva Nord ha emesso un comunicato dai toni chiari: "Nelle ultime settimane siamo stati travolti da un’ondata di fango senza precedenti, orchestrata da media avidi di sensazionalismo, pronti a sacrificare la verità sull’altare dell’audience - si legge -. TV e giornali parlano di noi quotidianamente, dipingendoci come criminali e associandoci a situazioni con cui non abbiamo nulla a che vedere, alla ricerca di qualche ascolto e click in più. Ciò ha portato al divieto di esporre qualsiasi drappo dei gruppi storici oltre che lo striscione 'Uniti, fieri mai domi'. Le nostre scelte - prosegue - sono state distorte con il chiaro fine di distruggerci e farci scomparire definitivamente. Tutte le recenti decisioni sono state prese perseguendo la rotta del cambiamento, talvolta in maniera impulsiva ma sempre con l’obiettivo di tracciare un solco tra noi e il passato. Respingiamo qualsiasi tipo di associazione a famiglie criminali, e ribadiamo con fermezza la nostra totale estraneità ai fatti riportati dai media negli ultimi mesi. Combatteremo fino alla morte per onorare e preservare una storia ultras che ci precede da oltre 55 anni. Il passato non ci appartiene. Non tollereremo più questa caccia alle streghe".    

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