Nella perquisizione erano stati trovati un fucile AK 47, mitragliatrice Uzi e tre bombe a mano. Intanto il Secondo Anello Verde ha emesso un nuovo comunicato
Il Tribunale del Riesame di Milano, respingendo il ricorso della difesa, ha confermato l'ordinanza di custodia cautelare in carcere per Cristian Ferrario, ultrà interista 50enne arrestato nella notte tra il 22 e il 23 novembre scorso, quando gli investigatori della Squadra Mobile, che indagano sulle curve di San Siro coi pm Paolo Storari e Sara Ombra, hanno trovato in un magazzino a Cambiago, nel Milanese, il presunto "arsenale" della curva Nord, composto, tra l'altro, da kalashnikov, bombe a mano e proiettili.
Dopo l'udienza di venerdì scorso per la discussione dell'istanza di revoca della misura del carcere, è stato depositato oggi il provvedimento del Riesame. Il gip di Milano Domenico Santoro nell'ordinanza ha parlato di un "quadro inquietante" emerso col ritrovamento della "santabarbara" nel magazzino a Cambiago, tra cui "un fucile AK 47", una "mitragliatrice Uzi" e "tre bombe a mano". Uno scenario "che lascia intravedere una proiezione criminosa" degli ultras, ha evidenziato il giudice, "ancora più preoccupante" di quella venuta a galla con l'inchiesta milanese "doppia curva", in cui si è contestata l'associazione per delinquere anche aggravata dal metodo mafioso.
Per il giudice la "disponibilità" di quel "salone" e di quell'arsenale è "ascrivibile" a Ferrario, presunto "custode" e difeso dal legale Mirko Perlino, e al capo ultrà della Nord Andrea Beretta, in carcere dal 5 settembre per l'omicidio dello 'ndranghetista Antonio Bellocco e che da settimane sta collaborando coi pm.
Tra l'altro, nella notte tra l'1 e il 2 dicembre è stata trovata un'altra pistola, stavolta nell'abitazione di un giovane ultrà interista, che fa parte di 'Brianza alcolica', uno dei gruppi della curva nerazzurra. È indagato a piede libero per detenzione illecita dell'arma.
IL SECONDO ANELLO VERDE: "RESPINGIAMO OGNI ASSOCIAZIONE A FAMIGLIE CRIMINALI"
Intanto il Secondo Anello Verde che ha preso il posto della Curva Nord ha emesso un comunicato dai toni chiari: "Nelle ultime settimane siamo stati travolti da un’ondata di fango senza precedenti, orchestrata da media avidi di sensazionalismo, pronti a sacrificare la verità sull’altare dell’audience - si legge -. TV e giornali parlano di noi quotidianamente, dipingendoci come criminali e associandoci a situazioni con cui non abbiamo nulla a che vedere, alla ricerca di qualche ascolto e click in più. Ciò ha portato al divieto di esporre qualsiasi drappo dei gruppi storici oltre che lo striscione 'Uniti, fieri mai domi'. Le nostre scelte - prosegue - sono state distorte con il chiaro fine di distruggerci e farci scomparire definitivamente. Tutte le recenti decisioni sono state prese perseguendo la rotta del cambiamento, talvolta in maniera impulsiva ma sempre con l’obiettivo di tracciare un solco tra noi e il passato. Respingiamo qualsiasi tipo di associazione a famiglie criminali, e ribadiamo con fermezza la nostra totale estraneità ai fatti riportati dai media negli ultimi mesi. Combatteremo fino alla morte per onorare e preservare una storia ultras che ci precede da oltre 55 anni. Il passato non ci appartiene. Non tollereremo più questa caccia alle streghe".