Il ct azzurro alla vigilia della sfida di Wembley: "A Londra per fare la partita che vogliamo, può essere la partita di Scamacca"
Qualificazioni a Euro 2024, l'Italia di Luciano Spalletti fa visita all'Inghilterra nell'iconico scenario di Wembley. Dopo il rotondo successo su Malta, gli Azzurri cercano un risultato positivo nel cammino verso l'Europeo da difendere proprio sul campo in cui è stato conquistato due anni prima. "Quella è stata una storia unica per chi l'ha vissuta e meritarla. Sarebbe ingiusto fare dei paragoni, rimarrà unica. Vogliamo ispirarci a ciò che è successo in quella gara e magari farla diventare la nostra storia. Vogliamo andare al confronto con la realtà, non ci siamo riempiti la testa di pensieri spaventosi. La realtà ci dirà di che livello siamo", ha detto Spalletti alla vigilia.
Quali sono le prime tre risposte che cerca da questa Nazionale? Può essere la gara di Scamacca?
"Noi abbiamo fatto di tutto per avere delle risposte importanti, non c'è qualcosa di preciso se non giocare un calcio libero, un calcio fatto di fluidità e personalità, un calcio moderno come va fatto ora. Sì, questa può essere anche la partita di Scamacca".
L'ha rivista la finale dell'Europeo? Quella gara può dare qualche spunto?
"Quella finale, come tutti ciò che amano il calcio ero lì a vederla, quella è stata una storia unica per chi l'ha vissuta e meritarla. Sarebbe ingiusto fare dei paragoni, rimarrà unica. Vogliamo ispirarci a ciò che è successo in quella gara lì e magari farla diventare questa la nostra storia, facciamo sì che diventi la nostra identità. Faremo di tutto. Vogliamo andare al confronto con la realtà, non ci siamo riempiti la testa di pensieri spaventosi. La realtà ci dirà di che livello siamo".
Per fermare una squadra che gioca col 4-2-3-1 è meglio giocare con la difesa a quattro o a tre?
"Loro sono bravi a variare, da 4-2-3-1 a 4-3-3... Il segreto per ottenere un grande risultato non è mai una cosa sola, ma la somma delle cose che ti sei preparato. Oggi con Gravina ci si confrontava sul mettere a disposizione delle cose per restare in contatto anche durante la macro-sosta che c'è tra novembre e marzo, contatti di campo non solo telefonici. Non siamo venuti qui a giocare il calcio che ci capita, ma la partita che vogliamo".
Passerà tutto dalla qualità che avrete in fase di possesso?
"Sì, passa tutto da lì. Come criterio se noi riusciamo a tenere la palla più di loro abbiamo più possibilità di vincere la partita. Poi ci sono coloro che la pensano diversamente, che non vogliono dare spazio alle spalle della linea per giocare in campo aperto. Però per ciò che si vede oggi in un confronto europeo vince di più chi gioca tenendo palla. Questa è un'idea che mi trova d'accordo".
Può far paura giocare qui per chi non ci ha mai giocato?
"Il calcio è fatto di opportunità e probabilmente chi non crede in questo ha dei pensieri che non glielo fanno vedere. Qui davvero puoi valutare di che livello sei, sono le situazioni che noi dobbiamo amare. Noi amiamo e dobbiamo amare questi confronti qui, è questo a fare la differenza. Il confronto con la realtà ti dà sempre la dimensione di ciò che sei realmente e non dobbiamo sfuggire da questo confronto, altrimenti bisogna cambiare mestiere".
Qual è la sua valutazione sulla forza attuale dell'Italia senza i due giocatori tornati a casa?
"Io non chiedo niente di più di ciò che ho a disposizione per questa partita. Quando si allena una Nazionale si ha la possibilità di prendere tutto ciò che vogliamo e l'Italia mette sempre a disposizione cose interessanti che permettono il confronto con chiunque. E' chiaro che poi ci sono risultati che a volte non vanno come vorresti, ma rimane sempre una forza a disposizione che ci permette di giocare il calcio che vogliamo. Questa settimana ho visto grande attenzione, la testa sul pezzo. Ho visto grande ordine nell'andare a preparare la partita, sono molto fiducioso per ciò che sarà la nostra prestazione. In merito a questa disavventura che tutti abbiamo subito e ha colpito qualche giovane del nostro calcio è una cosa che ci dispiace, ci fa male. Erano giocatori forti, ma come già detto abbiamo l'obbligo di andare avanti, di tenere in considerazione se questi ragazzi avranno una reazione corretta a ciò che gli è successo e di conseguenza riportarli dentro perché sono giocatori forti. Ma non dipendiamo da loro come risultato che riusciremo a fare in partita".
Qual è il tuo sentimento in merito a questi giocatori esclusi dal ritiro?
"Sì è stato un trauma per la squadra, ci siamo ritrovati ad avere le autorità quasi dentro lo spogliatoio. Ci siamo rimasti un po' male, sorpresi. Però abbiamo avuto una giornata intera da quando li abbiamo salutati e in molti siamo andati ad abbracciarli prima che tornassero ai loro club, alle loro abitazioni. I ragazzi coinvolti erano distrutti: quando poi un gruppo sta insieme e vive le partite come una Nazionale si creano sempre relazioni importanti. Le relazioni sono la seconda cosa che si porteranno dietro nella vita, oltre che i risultati. Penso che questo sia un vizio che può succedere tra i giovani, noi ci siamo impegnati nel dire a loro molte cose e continueremo a seguirli per dargli la possibilità attraverso delle notizie e delle conoscenze per quello che per loro è il divertimento più importante".
Questa partita arriva al momento giusto o troppo presto?
"Accettando questo incarico qui non è che puoi entrare dentro di non avere a disposizione tempo o cose... La sintesi corretta è quella di non allenare gli alibi, non vanno trovati degli alibi. Noi dobbiamo fare la partita e quello per cui ci siamo preparati, non si può entrare in campo spaventati per quello che è il colore della maglia, il nome della maglia che abbiamo davanti, lo stadio in cui giochiamo. Dobbiamo giocare a calcio. Con Gravina ci si confrontava sulla possibilità di avere dei luoghi per far capire ai ragazzi ciò che vogliamo andare a fare, ormai ci sono i video che sono un mezzo importante. Ora non è che possiamo andare a fare un allenamento di un'ora e mezza. Quindi se si mandano loro delle immagini poi verranno restituite sul campo. Oggi Gravina diceva se si riusciva a ritagliare un piccolo spazio, due piccoli spazi dove ritrovarci in questa pausa. Mi hanno consigliato di andarli a trovare nelle città dove giocano. Ma i video sono una cosa fondamentale per far vedere nuove teorie e nuovi orizzonti".
Qual è a tuo avviso il livello dell'Inghilterra?
"Secondo me la nazionale inglese è a un livello top, di primissima qualità. Per cui bisognerà essere doppiamente bravi nell'essere una squadra compatta e al contempo fare delle scelte riconoscibili per tutta la squadra. Se andremo ad allungarci molto, se non riusciremo ad avere la nostra percentuale di possesso palla allora sarà sicuramente una gara difficile per noi. Sono un po' curioso anche io di vedere quale sarà il nostro atteggiamento e il nostro comportamento contro una squadra di livello top".
DI LORENZO: "DIMOSTRARE DI ESSERE FORTI COME LORO"
"Loro sono una grandissima squadra con grandissime individualità. Ma noi siamo forti, bisognerà dimostrarlo domani sera. Abbiamo lavorato davvero bene in questo raduno e ci sono tutti i presupposti per fare una buona partita domani". Così Giovanni Di Lorenzo, difensore della Nazionale, nel corso della conferenza stampa alla vigilia della partita contro l'Inghilterra per le qualificazioni a Euro 2024. "Io conosco di più il mister, ma vedo grande disponibilità da parte di tutti. Spalletti è molto carico per questa nuova avventura, siamo tutti pronti a seguirlo per fare bene con la Nazionale", aggiunge. "Tornare in questo stadio mi fa ricordare dei bei momenti vissuti con la Nazionale, qui abbiamo giocato più di una partita non solo la finale. A marzo a Napoli hanno giocato meglio di noi, sono stati superiori, ma quella di domani sarà un'altra partita. Sarà un bel test anche per noi per capire a che livello siamo", ha concluso Di Lorenzo.