Il centrocampista della Fiorentina dal ritiro azzurro prima degli impegni con Malta e Inghilterra: "Speravo nella convocazione, ma non me l'aspettavo"
Giacomo Bonaventura sta vivendo una vera e propria seconda giovinezza con la maglia della Fiorentina e la convocazione in Nazionale è stato il primo premio per un avvio di stagione davvero strepitoso: "Ci speravo in questa convocazione, ma non me l'aspettavo - le parole del centrocampista azzurro in conferenza stampa a pochi giorni dalla sfida con Malta -. Sapevo che il gioco del mister era simile a quello che pratichiamo alla Fiorentina. Io all'Europeo? Perché no... Tutto alla fine passa da ciò che si fa nel club".
Bonaventura si è soffermato a lungo sulle somiglianze tra il gioco di Spalletti e quello di Italiano: "Da ciò che ho visto in questi giorni il modo di giocare del mister è simile a quello di Italiano. Poi ci sono dettagli, cose diverse, ma a grandi linee un po' si somigliano. Questo modo di giocare si può attuare con un centrocampo dinamico, c'è bisogno di pressare, ma anche andare in area e fare gol. Stiamo lavorando col mister, ci sta facendo vedere diverse situazioni e crediamo di poter fare bene".
L'ex Milan non vestiva la maglia azzurra dal 6-0 rifilato in amichevole alla Moldavia nell'ottobre 2020: "Sono stato convocato tante volte, la prima volta 10 anni fa (esordì in un amichevole con San Marino nel 2013 quando ancora era all'Atalanta, ndr). Ho avuto qualche difficoltà con la Nazionale ,ma ho sempre cercato di fare del mio meglio. Sono venuto qui cercando di dare tutto me stesso, la Nazionale è il sogno di chiunque. Ci sono cose nel calcio che dipendono da te, ma non tutto. Io ho cercato di dare il massimo, il passato è passato, sono contento di essere qui. Perché nessun ct mi ha mai confermato? Non me lo sono mai chiesto, ho sempre cercato di fare del mio meglio. All'inizio c'erano giocatori molto esperti, poi col passare degli anni si è un po' ringiovanita la rosa. Io però non ho mai mollato, ho sempre cercato di fare il massimo col club per tornare".
In queste convocazioni Bonaventura è il calciatore più 'anziano' dopo Acerbi: "Per me essere qui a 34 anni è una grande soddisfazione. Mi alleno, vado a letto presto e faccio tutto ciò che serve per fare bene. Il calcio è la mia passione, ci tengo a fare le cose fatte bene. Si può migliorare anche a 34 anni. Questo è ciò che ho in testa, fare bene e vivere giorno per giorno. Se ho temuto di non tornare più? Temuto no, però ho pensato di non farlo. Ho visto che negli ultimi anni sono stati chiamati tanti ragazzi molto giovani e credevo per me non ci fosse più posto. Tuttavia se uno ha un rendimento alto e gioca bene deve stare in Nazionale, qui devono giocare i migliori e quindi spero di continuare così e di restare in Nazionale".
Si è poi parlato delle difficoltà nel trovare calciatori italiani di livello da convocare: "I numeri dicono che rispetto a tanti anni fa i giocatori italiani convocabili sono molti meno. Parecchi anni fa nelle grandi squadre c'erano sempre 4-5 italiani, ora molti meno e questo è un problema perché per la Nazionale è più difficile trovare giocatori pronti. Le società hanno anche vantaggi fiscali nel prendere giocatori stranieri e questo penalizza i nostri giovani. Questo a mio avviso è un problema".
Il fantasista viola ha parlato anche del suo passato rossonero: "Ho lasciato il Milan con grande motivazione, sapevo che la nuova esperienza sarebbe stata bella perché avevo ancora tanta voglia di fare e dimostrare. Poi è arrivata la Fiorentina, che in questi anni ha continuato a crescere e s'è rivelata per me la piazza ideale per proseguire la mia carriera".
Una dedica speciale per il ritorno in azzurro: "La dedica è a mio padre che un anno fa ci ha lasciato, era molto orgoglioso quando mi vedeva giocare con la Nazionale".
Infine una riflessione sulle prossime sfide, decisive per la qualificazione agli Europei del 2024: "Saranno due gare non facili, il calcio di oggi qualsiasi squadra affronti nasconde insidie. Abbiamo già iniziato a lavorare con video ed esercitazioni, cercheremo di fare del nostro meglio".