Si va a Euro 2024: l'Italia può finalmente fare festa
© Getty Images
© Getty Images
Voliamo in Germania, terra che ci portò molto bene nel 2006, ma difendere il titolo sarà un'impresa: tra un gioco da far decollare e un girone (probabilmente) di ferro
di Alessandro FranchettiIl primo passo azzurro sulla Luna, dopo anni di inciampi imbarazzanti, è già roba da festeggiare con il vino migliore possibile, ma il cammino dell'Italia verso l'Europeo è soltanto cominciato. Dove siamo lo sappiamo e tanto basta per prenotare biglietti di viaggio e alberghi in quella Germania che ci portò molto bene nel 2006, come arriveremo all'appuntamento che conta è tutto da capire e, molto più precisamente, tutto da costruire. Il lavoro di Luciano Spalletti, la cui missione può ovviamente dirsi compiuta, è infatti appena cominciato e, per la verità, ancora appena accennato. C'è la sua mano nella qualificazione sudatissima a Euro 2024, ma tutti quei meccanismi mandati a memoria che hanno reso il suo Napoli così bello e imbattibile si sono appena intravisti. Insomma, forse il più è fatto, ma il nostro Europeo da campioni in carica sarà tutto fuorché semplice.
Partiamo da un paio di dati di fatto: il secondo posto nel girone e la miseria dei 14 punti conquistati ci spediscono dritti in quarta fascia nel sorteggio del prossimo 2 dicembre. Abbiamo una sottile speranza di finire in terza "classe" (sconfitta della Croazia o pareggio ma con vittoria del Galles sulla Turchia), ma è roba da rosario snocciolato con preghiere annesse. Il che, senza giri di parole, significa accontentarsi di esserci ma in un girone che non sarà semplice per niente. In prima fascia ci sono tutte le grandi, ed è con loro che dobbiamo e vogliamo misurarci, la seconda ha squadre alla nostra portata sempre che il valore del gruppo azzurro riesca a crescere il giusto in questi mesi. A proposito: il calendario fitto di campionati e coppe lascia poco spazio alla Nazionale e, di conseguenza, le occasioni per Spalletti di rivedere il suo gruppo saranno ridotte. Migliorarlo, quindi, non sarà facile nemmeno per un tecnico bravo come lui.
Il secondo dato di fatto è che, in Germania, ci saranno nazionali sulla carta più forti e preparate di noi. Dall'Inghilterra, che ci ha battuto due volte e piuttosto nettamente nel girone, al Portogallo, reduce da un cammino illibato con la mostruosa differenza reti di +34. Poi Francia e Spagna e, anche se con il cartello lavori in corso in bella vista, la Germania, padrona di casa e sempre pericolosa quando le partite contano davvero. Le altre sono praticamente tutte alla nostra portata, con Olanda e Turchia che in qualche modo rappresentano le mine vaganti della competizione. Ma per questi conti il discorso è prematuro e più che guardare gli altri servirà osservare la crescita del nostro gruppo.
Anche in questo caso cosa c'è e cosa manca è abbastanza semplice da capire. La crescita di Buongiorno, ottimo contro l'Ucraina, unita a quella di Gatti, ci lascia tranquilli in difesa, dove continuiamo a essere molto competitivi. Acerbi è il nostro centro di gravità, per esperienza e presenza fisica, Donnarumma è sempre tra i migliori portieri in circolazione e gli esterni, da Di Lorenzo a Dimarco sono certamente di buona qualità. Alzando la linea i problemi sono più evidenti. Jorginho, regista designato, è uomo d'ordine ma di poca sostanza. Anche a Leverkusen non ha brillato particolarmente e ha tenuto un ritmo troppo basso soprattutto se paragonato a quello dei migliori nel ruolo (presente Bellingham, per dirne uno che graviterebbe nella sua zona?), ma dietro di lui non c'è molto. Cristante ha più fisico, ma un andamento lento molto simile e geometrie meno interessanti, gli alti, da Barella a Frattesi, portano corsa e "garra", ma qualità con il contagocce. Davanti la questione è ancora più complessa: Chiesa è sempre il più pericoloso, ma servirebbe un centravanti con qualche gol in più nel curriculum di quanti non ne portino in dote Scamacca e Raspadori. Ci sarebbe Immobile, ma sembra che Spalletti abbia fatto scelte diverse. Insomma, i mesi che ci dividono dal nostro ritorno in una grande competizione, saranno accompagnati dalla speranza che uno dei nostri attaccanti possa definitivamente esplodere. Mazzarri penserà a Raspadori - ma con il ritorno di Osimhen quanto spazio avrà? -, Gasperini a Scamacca. Altri candidati importanti non se ne vedono. Ma c'è ancora tempo e finché c'è vita, beh, sognare non costa nulla...
© Getty Images
© Getty Images