A San Siro martedì sera un vero e proprio spareggio contro la nazionale di Rebrov
di Daniele MiceliMeglio sgomberare subito il campo dai fantasmi e pure dagli equivoci. L'Ucraina di Rebrov non è uno spauracchio, ma con tutto il rispetto, nemmeno la Macedonia del Nord contro cui l'Italia è comunque andata a sbattere nella prima dell'era spallettiana. A San Siro si gioca una specie di spareggio contro una squadra che ha 3 punti di vantaggio in classifica e una spinta nazionale che gonfia i muscoli e si sente forte addosso, come la bandiera nella quale gli ucraini si avvolgono già prima del fischio d'inizio.
Le motivazioni ma anche il talento, che da quelle parti non manca mai. Non c'è un nuovo Shevckenko, neanche nulla di lontanamente paragonabile. Anzi è forse la mancanza di un centravanti vero il neo principale di una squadra che però ha 2-3 profili di livello assoluto. Tra questi il costosissimo Mikailo Mudryk, l'esterno sinistro del Chelsea da 100 milioni di euro, e Olexandr Zinckenko, che gioca nell'Arsenal dopo essere stato guardiolizzato al City da Pep.
Suo il gol del momentenao 1-0 dell'Ucraina sull'Inghilterra, poi salvata dal pareggio di Walker. Un punto che la squadra di Rebrov ha costruito divertendosi anche a difendere, come piace dire al suo allenatore. Un 4-4-1-1 solidissimo che ha la missione di chiudere la propria area e lasciare, in ripartenza, segni profondi in quella avversario. Lo schiaffone tirato all'Inghilterra, che ha perso i primi punti da inizio girone, nasce da un intercetto: all'Ucraina, che ha molta più qualità della Macedonia, bastano 4 passaggi per andare in porta.
Pericoli da schivare, trappole: i gialloblu non sono una montagna da scalare - il pari con l'Inghilterra è arrivato anche grazie alla superprestazione del portiere della Dymano Kiev Buschnan, preferito all'ex obiettivo interista Trubin, ma per i singhiozzi azzurri è perlomeno una collinetta. Sulla quale tocca, in un modo o nell'altro, arrampicarsi per giocarsi l'aggancio al secondo posto.