Intanto la Lazio ha bloccato gli stipendi di marzo per giocatori e staff. La società smentisce
La filiera del calcio è sempre più nel caos. E probabilmente nemmeno l’incontro in programma domani tra il Governo e le componenti della Figc riuscirà a fare chiarezza sul protocollo sanitario presentato lunedì scorso per permettere la ripresa degli allenamenti per il giorno 4 maggio dopo aver sotto posto l’intero staff ad uno screening molto dettagliato.
Una data che potrebbe essere posticipata di due settimane con tutte le conseguenze del caso sulla chiusura dei campionati. Il ministro della salute, Speranza, ha gelato un po’ gli entusiasmi del mondo del calcio dichiarando che con 450 morti al giorno quello della ripresa dei campionati è l’ultimo dei problemi.
Il Governo vuole prendere tempo e chiederà ai dodici componenti della commissione medico scientifica della Figc di presentare un secondo protocollo sanitario. La maggiore perplessità riguarda soprattutto il rispetto delle modalità dei ritiri che devono essere blindati almeno per quindici giorni. Il mancato coinvolgimento dei medici dei 20 club e della federazione medici sportivi crea più di qualche malumore anche perché la responsabilità giuridica di attuazione del protocollo ricade sui medici societari che sarebbero allo stesso tempo i controllori ed i controllati. Una situazione che ha portato alle dimissioni del dottor Tavana, medico sociale del Torino e rappresentante per la Serie A all’interno della commissione medica voluta dal presidente Gravina.
Il rispetto del protocollo, ancora non in vigore, trova intanto i primi trasgressori. E’ il caso della Lazio con Lucas Leiva avvistato più volte al centro sportivo di Formello con un preparatore per svolgere lavoro in piscina e palestra contravvenendo anche alle disposizioni del lockdown governativo. Nel frattempo il presidente Lotito ha bloccato lo stipendio di marzo per giocatori e staff, tecnico e sanitario. La società smentisce.