Il tecnico giallorosso alla vigilia del match di Europa League: "Tanta roba gli spagnoli, non siamo stati fortunati"
Olimpico tutto esaurito, una volta ancora. La spinta arriverà dai tifosi, come sempre. Ma ora se possibile più forte, sull'onda dell'entusiasmo per il successo contro la Juve. Mourinho, poi, è una garanzia. O poco ci manca: in casa, in Europa League, non fallisce praticamente mai, 14 vittorie su 16 incontri, con le uniche due partite non vinte che sono arrivate proprio contro squadre spagnole (pari contro il Celta Vigo ai tempi dello United e ko contro il Betis quest'anno), motivo in più per la sua Roma per prendersi i tre punti domani contro la Real Sociedad. La strada verso i quarti di Coppa va messa se possibilmente subito in discesa: "Squadra di qualità - ha dichiarato il tecnico giallorosso in conferenza stampa - non si può certo dire che siamo stati fortunati. Li guardiamo con molto rispetto, lo stesso con cui loro si approcciano a noi. Onestamente difficile trovare punti deboli, Alguacil è un bravissimo allenatore. Non è facile fargli gol, poi ci sono giocatori tecnicamente bravi. Essere quarti in Liga dietro tre giganti è tanta roba. Veramente un'ottima squadra, ma quando sei in un’Europa League di super qualità come questa è sempre difficile".
Venendo poi alla sua squadra, Mourinho non si è sottratto di fronte alle domande sul momento attraversato da alcuni suoi uomini, in particolare Abraham: "C'è solo un Abraham che mi interessa, un giocatore che gioca per la squadra. Nell'ultima partita era in panchina ed è partito per festeggiare il gol di Mancini sotto la curva come se fosse stato lui a segnare. Questo è l'Abraham di cui abbiamo bisogno. Capisco che può fare più gol e arrivare ai numeri dello scorso anno ma ci interessa di più il suo contributo per la squadra. Contro la Juve negli ultimi 15 minuti ha dato quello che ci serviva. Lui e Belotti stanno bene. Se non hanno fatto molto a Cremona è perché tutta la squadra ha giocato male. Domani mi aspetto lo stesso apporto che hanno offerto contro la Juve. Ora poi ad Abraham è nato il primo figlio, avrà una gioia molto grande e la voglia di giocare per fare gol per noi". Parole di grande impatto anche quelle su Dybala: “Il merito per il fatto che sta così bene è tutto di Paulo, dei suoi compagni e dello staff. Ha trovato un gruppo empatico e sente l’amore della tifoseria. Io lo aiuto solo dal punto di vista fisico. Si sente importante perché è importante per noi. Non è un Paulo rinato, ma rinnovato nelle motivazioni. Merita tutto questo affetto”.
La prova contro la Juve ha sicuramente dato entusiasmo. Da valutare la gestione "fisica" del doppio impegno ravvicinato: "Dal punto di vista fisico noi siamo in mani di grandissima qualità. Il dna dei singoli giocatori poi non si può cambiare. C’è chi può giocare tutti i giorni come Javier Zanetti e altri che soffrono di più. Dal punto di vista mentale dobbiamo invece essere capaci di giocare ogni partita con quella pressione buona di dover vincere la gara. Perché se non si vince poi gli obiettivi di squadra sono un problema. Corpo e mente si abituano alla tranquillità di non subire quella pressione, ma noi siamo in evoluzione. Nel mio primo anno abbiamo perso due volte con Milan, Inter e Juve. Quest’anno abbiamo battuto Inter e Juve e pareggiato con il Milan. Penso che la squadra stia crescendo dal punto di vista mentale. La continuità nel vincere tre partite di fila alla settimana è dove invece ancora fatichiamo”. Spera di poter esser in panchina già domenica contro il Sassuolo? “Non mi aspetto niente e non parlo fino a che il processo non finisce. Quando finirà non avrò problema a rispondere a un paio di domande. Ora va rispettato il processo e aspettare tranquillo”.