L'allenatore giallorosso non è mai stato un fissato di un particolare sistema di gioco, anche se per anni ha lavorato sul 4-4-2
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Se c'è un allenatore italiano che può vantarsi di essere stato tra i primi a inventare la fluidità nel sistema di gioco quello è proprio Claudio Ranieri. Al Cagliari, promosso dalla C alla A in due anni e portato alla salvezza nel 1991, sapeva alternare la difesa a uomo a quella a zona nel corso della stessa partita, alla Fiorentina passava con disinvoltura da un reparto arretrato a tre a uno a quattro. A Napoli giocava con Zola dietro a due punte e il centrocampo a rombo, con la Juve non ammetteva deroghe al 4-4-2 e ha schierato il Leicester, campione d'Inghilterra nel 2016, con il giapponese Okazaki alle spalle di Vardy, in un gioco in cui la costante era la ricerca della verticalità.
Ecco, forse la certezza è sui principi di gioco, basati sulla ricerca del modo più veloce per arrivare in porta senza tanto bisogno di coltivare il possesso palla. Nella sua ultima esperienza, al Cagliari, ha alternato tanti sistemi a seconda degli avversari e dei vari momenti della partita. La Roma attuale andrà soprattutto rigenerata dal punto di vista mentale e anche sotto questo aspetto stiamo parlando di uno dei migliori allenatori in assoluto nella gestione del gruppo.
Tatticamente è facile immaginare che possa partire con un 3-5-2, per non rivoluzionare troppo una squadra che ha bisogno di certezze immediate. Poi potrà introdurre delle variazioni, considerando che questo sistema è un po' limitante per una squadra che ha tanta qualità dalla trequarti offensiva in avanti. Davanti a Svilar è ipotizzabile una difesa con Mancini, Hummels e N'Dicka, riportato sul centrosinistra. Sulle corsie esterne c'è l'imbarazzo della scelta. A destra ci sono Celik o El Shaarawy, qualora si voglia dare un'impronta più offensiva alla squadra, o Saelemaekers, quando rientrerà dall'infortunio. A sinistra Angelino, rimesso nel ruolo a lui più congeniale, con la possibilità di vedere Zalewski, o lo stesso El Shharawy.
A centrocampo la regia può essere affidata a Cristante con due mezze ali pronte all'interdizione e all'incursione, come Kone e Pellegrini, senza contare le alternative Pisilli, Le Fée o Baldanzi (che sa interpretare anche questo ruolo pur avendo più caratteristiche da trequartista), mentre in mezzo c'è sempre la possibilità di piazzare un creatore di gioco come Paredes al posto di un giocatore più di rottura come Cristante.
Davanti la coppia titolare sarà Dybala-Dobvik, con Soulé prima alternativa al connazionale argentino e Shomurodov possibile sostituto dell'ucraino. E' chiaro che, in caso di cambio di sistema, si potranno vedere insieme anche due o tre mezze punte, un ruolo che abbonda nella Roma attuale. Di certo Ranieri sa come fare, visto che la sua nuova partita d’esordio con i giallorossi stabilirà un record personale: saranno 1400 le panchine alla guida dei club. L'esperienza, insomma, non gli manca.