Il tecnico portoghese ha cucito addosso un vestito su misura alla propria Roma per sfidare, e battere, la Juventus
José Mourinho gioca con la sua Roma. A carte scoperte, su tutto e tutti, forse fin troppo per gli standard della tradizione, ma lo fa benissimo e i risultati sono tutti dalla sua parte. Contro la Juventus il tecnico portoghese, che in giallorosso si sta riscoprendo Special dopo qualche giro meno scintillante del passato, ha messo in campo una formazione lucidamente folle che, per definizione, ha spiazzato la quadrata Juventus di Allegri. Necessario rinunciare al centravanti forse, ma il falso nove di rara applicazione è stata solo una caratteristica di una partita preparata nei minimi dettagli già dalla clamorosa, e desolante per lo stesso Mou, sconfitta di Cremona.
"Non so mai che Roma scenderà in campo". L'appello quasi disperato di José Mourinho a fine partita racconta una verità. Davanti al proprio pubblico, stimolato anch'esso nelle passate settimane, la Roma però non sarà bella da vedere, ma è tremendamente efficace. Che sia con un'azione personale, un calcio piazzato o un exploit, il fatto di blindare la propria porta è un vantaggio e il quinto clean sheet consecutivo all'Olimpico è un numero troppo grande per essere considerato casuale (miglior difesa interna, 5 reti subite).
Quando è compatta e concentrata, la Roma può battagliare e vincere contro chiunque. Lo ha già dimostrato in passato e l'ha confermato contro la Juventus che, in un buon momento di forma, Mourinho ha deciso di limitare togliendo spazio alle giocate in mezzo al campo. Come? Con mosse non propriamente convenzionali.
La prima: scendere in campo praticamente senza attaccanti, ma con Dybala, Pellegrini e Wijnaldum messi in campo per non dare punti di riferimento e aumentare la qualità nel palleggio. Una mossa che ha disorientato i tre centrali difensivi della Juventus, rompendo diverse linee e qualche schema difensivo della formazione di Allegri. Contro "un muro difficile da superare" come quello bianconero - come lo ha definito Mourinho nel postpartita - la Roma ha risposto con un altro muro, rendendo la partita lenta e spezzettata per tutto il primo tempo, senza rischiare nulla e aspettando l'episodio.
Una tattica rischiosa, certo, ma che con un pizzico di fortuna - leggasi pali - ha dato i propri frutti. La giocata è arrivata a inizio ripresa con il gol di Mancini, un difensore al limite dell'area in totale controtendenza con l'impostazione tattica. Ma tanto è bastato. Aprendo le marcature, la Juventus si è modificata per raddrizzare la gara e qui Mourinho ha risposto con la seconda mossa, passando solo allora alle due punte per alzare il baricentro e in quel modo difendere l'1-0. Una tattica lucidamente folle e tremendamente riuscita, ma che non può funzionare sempre. Per esempio non a Cremona.