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Roma, ecco De Rossi: "Non sono solo un calmante, giocherò tutte le mie carte per restare"

Comincia ufficialmente il dopo Mourinho: le prime parole del nuovo tecnico dei giallorossi

19 Gen 2024 - 10:41

Comincia ufficialmente il dopo Mourinho alla Roma. Daniele De Rossi alla vigilia dell'esordio sulla panchina giallorossa contro il Verona ha parlato in quella che, di fatto, è diventata la conferenza della sua presentazione. Contratto di sei mesi: "Non ci sono clausole o dettagli, ho firmato in bianco e la società è stata chiara sulla durata e le prospettive future. Non potevo dire di no alla Roma - ha commentato De Rossi -, nella vita c'è chi rifiuta e chi si butta nella mischia. Ovviamente lotterò fino alla morte per poter restare qui e giocherò tutte le mie carte". Per l'opinione pubblica De Rossi è stato scelto per calmare la rabbia dei tifosi: "Non sono stupido, di sicuro non sono stato scelto per quanto fatto con la SPAL. Ma non credo di essere solo un calmante, ma di poter portare anche leadership ed esperienza per sfruttare questa opportunità".

LE PAROLE IN CONFERENZA

Che Roma hai trovato e che squadra vorresti?
Quando cambia l'allenatore i giocatori nei primi allenamenti vanno sempre a tremila all'ora. E' sempre così, i primi allenamenti non danno grandi risposte. Bisogna vedere quanto riusciremo a tenere questa intensità, ma la risposta dei ragazzi è stata incredibile. Abbiamo due-tre concetti nuovi da mettere, ma non vogliamo fare confusione nei primi giorni.

Ha parlato con Totti?
Sì, mi ha mandato il messaggio di auguri mostrandomi il suo stupore. Ci siamo parlati un paio di volte e ci vedremo al più presto.

Qual è il problema principale da risolvere? Per cosa sarebbe contento a fine stagione?
Sarei felice se a fine stagione saremo tra le prime quattro in classifica che è un obiettivo non facile ma possibile. Ovviamente se è stato cambiato l'allenatore qualche problema c'è perché è sempre così. Non devo analizzare troppo i problemi, ma partire da zero e capire secondo me cosa non funziona in questi giorni. Sono fortunato perché per motivi di tifo le partite della Roma le ho viste tutte, ma questa squadra la conosco molto bene e il periodo di studio l'ho accorciato.

Questo è il momento giusto per allenare la Roma?
Sarebbe stato il momento giusto per rifiutare? Non si rifiuta la Roma. E' una situazione particolare, ci sono uomini che rifiutano e uomini che si buttano dentro. Non è una scelta per nostalgia del passato, ma l'unica ragione per cui io avrei detto no era se avessi pensato che la squadra fosse scarsa o mediocre. Per me questa squadra è forte, faremo una bella figura e mi aiuterà anche nel percorso di crescita.

Qual è il suo calcio?
Il calcio non è mio. Non sono Guardiola, lui ha cambiato qualcosa e ha portato qualcosa di nuovo, come Conte o Simeone. Non sono al loro livello e non so se ho quel marchio di fabbrica, ma gli allenatori bravi li riconosci da come giocano le squadre anche se non hanno inventato niente. Se la nostra squadra velocemente sarà riconoscibile e tra di loro sapranno cosa fare in campo in maniera fruttifera mi renderebbe felice.

Hai parlato con la società anche dell'Europa League? C'è possibilità di restare in futuro?
La proprietà è stata chiarissima sulla durata del contratto e sul tenore della mia permanenza. Avrei firmato anche in bianco, un gesto dovuto per quello che sono stato per la Roma e per l'opportunità grande che mi hanno dato. Non ci sono condizioni riguardanti l'Europa League, non ci sono condizioni in generale per la permanenza. Voglio giocarmi le mie carte e ho chiesto di essere trattato da allenatore e non da ex giocatore. Io me la giocherò fino alla morte per rimanere alla Roma.

Come imposterà la fase difensiva della Roma?
Mi sono innamorato di questo lavoro con Spalletti e con Luis Enrique. Quel tipo di allenatore sono stati la base delle mie stagioni migliori. Questa squadra è anni che gioca per difendere a tre ed è stata costruita in questo modo, ci teniamo qualche certezza. Credo però che si possa difendere in un modo e impostare in un'altra. Decideremo velocemente, ma non mi tolgo la possibilità di cambiare durante la stessa partita o la stagione.

La tifoseria non è contenta: si sente un calmante per loro?
Non ho bisogno di stimoli in più e non mi destabilizza questa situazione. Non è un modo bello per definire la scelta che ha fatto la proprietà, ma sicuramente i dirigenti devono prendere in considerazione tutti i fattori e tra questi c'è anche la reazione della gente nei confronti della squadra. I soldout delle ultime stagioni hanno portato anche punti alla Roma, nessuno è più capace dei tifosi giallorossi di essere determinante. Spero di sfruttare la scia del loro entusiasmo, ma ovviamente non sono stato scelto perché sono rimasti folgorati dalla mia esperienza alla SPAL. Però credo di non essere qui solo per un effetto calmante, ma anche per personalità, leadership e altro.

Si è sentito allenatore della Roma quando è entrato nello spogliatoio?
Ovviamente non sognavo di arrivare qui perché mandavano via un allenatore come Mourinho. Il calcio è pieno di allenatori che hanno firmato come traghettatori e poi alla fine hanno dimostrato capacità per meritarsi la conferma, non è una cosa rara. Me l'aspettavo diversa la situazione, ma va bene così. Io mi sento allenatore della Roma, ma non voglio togliere il rapporto coi giocatori. Ci si può rispettare anche senza far finta di non essere stato in questo spogliatoio e conoscere diversi giocatori. Non devo fingere niente, una volta che si entra in campo mi sento allenatore perché i ragazzi mi ascoltano e mi seguono.

Ha sentito Mourinho?
Sì l'ho sentito e non con messaggi di circostanza. Non so se si era stufato della Roma. Io devo pensare al mio lavoro e a quello che devo fare.

Quali sono stati i problemi principali della Roma? Chi l'ha stupita dei giocatori?
Qualche problema li vedevamo anche guardando le partite, ma la Roma non giocava così male come viene descritto. C'è stato del saliscendi di prestazioni in cui o si giocava molto bene come contro il Napoli o molto male. Qualche domanda ce la stiamo facendo, ma non lo vengo a dire in conferenza stampa. Sono consapevole che i giocatori della Roma sono forti, sono rimasto stupito da Pisilli che non conoscevo bene: è un ragazzo che tocca molto bene il pallone.

Cosa non bisogna sottovalutare del Verona?
Tante cose, è una squadra solida che è allenata da un grande tecnico e un grande uomo. Baroni sta tenendo la barra dritta anche in un momento complicato fuori dal campo. Il Verona ha grande fisicità e un gioco definito che sa fare bene. L'emozione dell'esordio non mi deve fare brutti scherzi, dovremo essere tutti molto caldi.

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