Esaltati i big, rigenerati alcuni giocatori ai margini. Così i giallorossi stanno diventando una corazzata
Passare dalle critiche dure a un cammino da record in meno di due mesi è possibile. Chiedere a Eusebio Di Francesco che, messo in discussione dopo un inizio stagionale in salita, ha lanciato la sua Roma tanto in Italia quanto in Europa. In casa della Fiorentina i giallorossi si sono imposti con un divertente 4-2, la quinta vittoria in trasferta per un nuovo primato di successi consecutivi lontano da casa: dodici. Giocando in maniera meno attenta rispetto al recente passato, ma più produttiva in attacco dopo l'esaltante successo in Champions League. Il gruppo che a inizio stagione sembra non pienamente convinto del lavoro del proprio tecnico, ora rema dalla sua parte e i risultati stanno arrivando con grande velocità.
Il vero salto di qualità però in questo momento è dato dalla capacità di coinvolgere tutti nel progetto tecnico, un lavoro che parte già dal ritiro estivo. Non è un caso che le ultime uscite stagionali, quelle in cui Dzeko si è preso una pausa dal gol, siano state decise da giocatori come El Shaarawy e Gerson, utilizzati e rigenerati da un nuovo modo di giocare che ne esalta la qualità. Imprevedibilità offensiva e capacità di ribaltare velocemente l'azione che permettono a Di Francesco di alternare il gioco della sua Roma. Se i tre 1-0 consecutivi prima di Firenze avevano visto una squadra attenta e concentrata in fase difensiva, lasciando al lampo del singolo il compito di capitalizzare al massimo la sfida, contro la Fiorentina come con il Chelsea, si è vista una squadra propositiva e veloce, magari meno attenta in copertura - come al Franchi dove Alisson è stato infilato da Veretout dopo 383 minuti di imbattibilità in tutte le competizioni - ma comunque efficace e pericolosa in attacco. Merito anche del solito Nainggolan, autentico dominatore del centrocampo: sui palloni recuperati in pressione continuano a piovere gol e punti.