Il brasiliano: "Lavoro per convincere Spalletti e affermarmi"
Da Pogba a Totti, in Brasile si sprecano paragoni per Gerson. Il centrocampista dopo i primi sei mesi di Roma si è raccontato a Globoesporte: "Questa storia che sarei il 'Pogba brasiliano' è cominciata ai miei inizi nel Fluminense, e l'ho presa come un elogio, visto che stiamo parlando di un grande giocatore. Ma io sono Gerson - continua - e ho il mio stile di gioco. In origine ero un trequartista, nel calcio brasiliano ero il famoso 'numero 10', il quarto uomo del centrocampo che distribuisce gli assist e viene da dietro per finalizzare le giocate. Ma io sono versatile e posso giocare anche in altri ruoli di metà campo. Ad esempio contro l'Astra ho fatto praticamente il mediano, che qui in Europa ha funzioni diverse da quelle che ricopre in Brasile, perché cerca di più di costruire il gioco. La cosa mi piace, è tutta questione di adattamento".
Il giovane brasiliano ha in casa l'esempio da seguire: "Totti e poi De Rossi: questa è gente che si identifica con il club a cui appartiene, lo rappresenta e ne è la storia. Vedevo Totti giocare, in televisione, quando ero un ragazzino, e adesso gioco accanto a lui. È un tipo che trasmette sempre fiducia ai più giovani, li incoraggia, e un esempio per migliaia di giocatori nel mondo e quindi anche per me. Totti è una persona splendida, conversa con noi e averlo come compagno è un privilegio. Mi dà consigli sul calcio e sulla città, per me è una lezione quotidiana".
Come procede il suo adattamento fuori dal campo? A Gerson piace Roma? "La città mi piace molto - risponde - anche se la sto ancora conoscendo. Ma con la routine degli allenamenti quasi non esco da casa. Io sono un tipo casalingo, e poi mia moglie e mia figlia sono qui con me. Cosi' mi sto adattando all'Italia e al club. C'è anche mio padre, che ogni mese mi viene a trovare".
Poi una considerazione: "Quando sono tornato a Roma - dice - ho capito che qui il calcio ha metodologie e concetti differenti. Ma sono entrato in partita grazie all'aiuto dei miei compagni e dell'allenatore, e del lavoro duro che svolgo in allenamento. Il club mi da' tutto l'aiuto possibile".
Perché suoi ex compagni di nazionale under 20, come Gabigol, non stanno andando bene? "Non posso parlare per lui, che per me è un giocatore straordinario. Posso solo ripetere che qui è tutto diverso e ci vuole tempo e pazienza per adattarsi. Poi le cose variano molto da club a club".