L'esterno azzurro si è ripreso la Roma dopo il brutto infortunio dell'Europeo e ora punta la finale: "Guardo sempre avanti"
Belotti, Dybala, l'Europa, Mourinho. Ma soprattutto Spinazzola. A tenere banco nell'ambiente giallorosso, il giorno dopo Roma-Salisburgo è la prestazione di Leonardo Spinazzola. Tutti ne parlano, addirittura Carlo Verdone, che in un post su Instagram che lo ritrae con un suo amico meccanico scrive: "Ore 8,00. Colazione da Roberto "Er modifica". Caffè e chiacchierata sulla Roma. Argomento più discusso la rinascita di Spinazzola. Buona giornata a tutti". Guai, però, a parlare di un calciatore tornato ai fasti dell'Europeo vinto dall'Italia. Leonardo del passato, un po' per scaramanzia e un po' perché la ferita dell'infortunio ancora gli brucia, non vuole proprio sentirne parlare.
"Guardo sempre avanti", ha ribadito ieri, ma la cronaca, comunque, racconta che due cose del passato con il quale non vuole fare paragoni sono tornate: le cavalcate sulla fascia sinistra e quel sorriso che, in una parte della sua riabilitazione dopo la lesione del tendine d’Achille, aveva perso. Un infortunio che lo ha bloccato nel suo momento di forma migliore, mentre trascinava l'Italia verso il successo di Wembley, costringendolo a fermarsi per quasi un anno.
Nell'Europa però c'è la chiusura di un cerchio, durato 20 mesi, apertosi nella serata del crac contro il Belgio e chiuso definitivamente con la prestazione contro il Salisburgo che restituisce alla Roma e a Mourinho, oltre che naturalmente alla Nazionale, un giocatore in grado di fare la differenza. Lo dimostrano non solo i due assist che hanno portato alle reti di Belotti e Dybala, ma i novanta minuti da migliore in campo ai quali si aggiungono quelli di qualche giorno prima contro il Verona.
I primi segnali della rinascita, infatti, erano arrivati già con l'Hellas, culminati nel colpo di tacco a Solbakken per il gol vittoria. E se due indizi fanno una prova, ora a Trigoria non resta che incrociare le dita, affinché i problemi del passato smettano di perseguitarlo. Quello che mancava a Spinazzola in questo periodo, infatti, oltre alla condizione atletica, era anche quel "clic" mentale che gli permettesse di acquistare l'autostima necessaria per ripartire dopo un anno e mezzo difficilissimo.
Anche perché nel quotidiano di Leonardo, nulla è cambiato. Né allenamenti speciali, né diete particolari: solo tanta meticolosità in un lavoro che richiedeva più tempo per chi ha quel tipo di motore nelle gambe, giura chi gli vuole bene e si è commosso nel vedere la prestazione contro il Salisburgo. Felicissimi per lui anche i compagni, Dybala su tutti, visto che dei quattro assist in stagione, due sono andati all'argentino: uno servito a battere l'Inter, l'altro che ha portato la Roma a giocarsi gli ottavi dell'Europa League. E sì, questa volta con uno Spinazzola in più.