Il centrocampista: "Sarebbe meglio giocare tutte e 12 le giornate rimanenti ma ci adatteremo"
La Serie A che spera di riprendere a metà giugno vuole una conclusione regolare del campionato, giocando le 12 partite rimanenti, ma se si dovesse ripartire più tardi rimane l'ipotesi dei playoff. Uno scenario che Jordan Veretout non scarta del tutto: "Se verrà scelta questa formula, perché no anche se la soluzione migliore sarebbe quella di giocare le ultime 12 giornate. Ci adatteremo".
Parlando della pandemia, il centrocampista della Roma non si spiega la scelta di giocare a febbraio Atalanta-Valencia a porte aperte: "Il virus potrebbe essersi diffuso rapidamente in Lombardia. È tutt'altro che un caso che la città di Bergamo si sia ritrovata nel cuore della pandemia con un drammatico numero di morti. È stata una follia permettere al pubblico di assistere a questo incontro".
Parlando a Le Parisien, il francese molto pragmatico sul rischio di contagio nel calcio: "Gli sportivi non sono risparmiati, il virus non si ferma alle porte degli spogliatoi. Ci si impegna a rispettare le misure di distanziamento. Non c'è molto altro da fare per proteggersi. Non siamo al sicuro, naturalmente. Puoi andare a fare la spesa ed essere nel posto sbagliato al momento sbagliato contraendo il virus".
Infine Veretout non si dichiara grande fan delle porte chiuse: "Un calcio un po' strano. Vedere gli stadi vuoti, l'assenza di festeggiamenti, quelle restrizioni dopo un goal. Il calcio è un'emozione da condividere con il pubblico. Non scendiamo in campo per giocare tra di noi".