"Ci sono dei 'realisti visionari' oggi nel calcio? Ci sono. Il calcio e' molto condizionato dalla storia e dalla cultura di un Paese. Perche' facevamo catenaccio? Perche' ci avevano invaso sempre tutti. E perche' pensavamo individualmente? Se lei prende 10 persone italiane, uno va a sinistra, l'altro va a destra. L'altro va dietro, l'altro avanti. Siamo un popolo che non e' un popolo. E quindi il calcio e' una conseguenza. I padri fondatori l'avevano pensato come uno sport di squadra o offensivo? In Italia l'abbiamo capovolto in uno sport individuale difensivo. Questo paese e' tattico, non strategico". Cosi' l'ex allenatore Arrigo Sacchi, a margine dell'incontro 'Allenamente' promosso da Ics al circolo del tennis al Foro Italico dove l'ex ct ha presentato il suo libro 'Il realista visionario' presentato "Se De Rossi puo' essere un realista visionario? De Rossi e' una brava persona e questo e' gia' tanto, E' un ragazzo d'oro e gli auguro tutto il bene possibile. Se me l'aspettavo? Ero curioso, era andato a Ferrara alla Spal ma non aveva fatto bene. Lei si immagini, e' un direttore d'orchestra, ha bisogno di un batterista e vi portano un violinista. Nel calcio italiano succede sempre", ha aggiunto in riferimento alla carriera da allenatore di Daniele De Rossi, tecnico della Roma.