Il quotidiano tedesco Der Spiegel pubblica una email della mamma inviata tre anni fa dopo il suicidio di un ex fidanzata del calciatore
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Nuova bufera su Jerome Boateng, calciatore che dal 2 febbraio veste la maglia della Salernitana. Una email inviata a un avvocato tedesco dalla madre Martina tre anni fa, il 25 marzo 2021, ma venuta alla luce solo ora accusa il difensore tedesco di violenza contro le donne: "Per anni mio figlio ha maltrattato le donne mentalmente e fisicamente. Ora Kasia Lenhardt si è suicidata e non vuole ancora assumersi le conseguenze del suo comportamento". L’avvocato del giocatore ha sottolineato che il suo cliente "non può rilasciare dichiarazioni" di quanto pubblicato perché il procedimento giudiziario è ancora in corso. Nei mesi passati Boateng si è sempre dichiarato innocente.
Jerome Boateng ha sempre ribadito di non aver mai aggredito fisicamente la sua ex compagna Kasia Lenhardt, che si è suicidata all'interno della sua abitazione il 9 febbraio 2021. I media tedeschi riferiscono che un avvocato, la cui identità non è stata rivelata, ha dichiarato che la presunta vittima voleva denunciarlo alcune settimane prima di morire dopo aver subito aggressioni fisiche e verbali.
Due settimane dopo aver appreso della tragica morte di Kasia Lenhard, la Procura si era messa al lavoro e aveva avviato un'indagine preliminare contro il calciatore per “sospette lesioni personali intenzionali”: la corte ha archiviato il caso per mancanza di prove a sostegno della sua colpevolezza, anche se le parole della madre potrebbero portare alla riapertura del caso.
Boateng era stato al centro di un altro procedimento simile per aver aggredito fisicamente una delle sue ex compagne, Sherin Senler, madre delle sue due bimbe:il difensore della Salernitana era stato denunciato per fatti accaduti durante una vacanza ai Caraibi nel 2018, in seguito all'eliminazione della Germania dai Mondiali di Russia. Il giudice lo aveva condannato al pagamento di una multa di 1,8 milioni di euro “per lesioni personali e insulti intenzionali pericolosi”, ma la Corte Suprema bavarese aveva annullato la sentenza.