L'ex terzino di Inter e Roma a 'La Repubblica': "È una cosa che mi fa schifo"
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Dalle colonne di 'La Repubblica', Davide Santon si difende e nega che sia suo zio la fonte di Fabrizio Corona nel caso scommesse. "Mio zio non è l’informatore di Corona. Ha un allevamento di vongole. Non so nulla di queste scommesse. È una cosa che mi fa schifo. Lui non ha fatto il mio nome, ma i tifosi hanno pensato fossi io - si è sfogato l'ex terzino di Inter e Roma -. Se Corona dice che il suo informatore è lo zio di un ex calciatore dell’Inter di Mourinho che si è trasferito alla Roma, è chiaro che i tifosi pensano a me. Ma io non c’entro niente. Non so nulla di chat e di scommesse. Ho letto che lui parla di un calciatore che si sarebbe aperto una bisca di scommesse illegali. Ma io gioco a padel, a breve aprirò un centro dalle mie parti, tra Comacchio e Ravenna".
Santon, che si ha appeso gli scarpini al chiodo nel settembre del 2022 a soli 31 anni, esclude qualsiasi coinvolgimento dei suoi famigliari: "I miei zii abitano a Ferrara e di certo non si occupano di scommesse. Uno di loro ha un allevamento di vongole, ma con lui non parlo da anni. Figuriamoci se i miei zii conoscono Corona".
Santon nega qualsiasi legame con Corona. "Non ci ho mai parlato in vita mia. Cioè lo conosco perché è un personaggio pubblico, ma non è che abbiamo avuto una singola conversazione o una chiamata. Mai. E poi quando io ero all’Inter in Convitto lui era in carcere a San Vittore. Forse l’ho visto una volta allo stadio".
Il profilo che traccia Corona è quello di un giocatore molto amico di Balotelli. "Con Balotelli non ci sentiamo da 7 o 8 anni. Forse anche dieci. Siamo stati amici ma non ci frequentiamo più. Non mi sento più con Mario anche perché lui cambia numero di cellulare ogni due settimane, quindi è impossibile contattarlo".
Santon dei calciatori finora coinvolti conosce solo Nicolò Zaniolo, che ha negato ed è tornato a Birmingham. "In realtà non conosco nessuno se non Zaniolo. Quando io ero all’Inter lui giocava con la Primavera. Poi siamo arrivati insieme alla Roma nell’affare Nainggolan. Non so cosa ha pensato nella sua testa. Quando io ci ho giocato insieme è sempre stato un ragazzo tranquillo. Non so cosa sia successo, cosa gli sia passato per la testa. Questo lo può sapere solo lui".
Su cosa ne pensa delle scommesse. "Che i calciatori non possono farle, soprattutto quando sono professionisti. Ogni anno a inizio stagione la Figc organizzava incontri con i calciatori, anche con i ragazzi della primavera, e spiegava molto chiaramente la questione. I più giovani, soprattutto quelli che non hanno ancora un contratto professionistico, sono a rischio, perché magari hanno il papà o un amico che scommette e non si rendono conto che invece è una cosa da non fare. Non ho mai scommesso in vita mia, può essere capitata la serata al casinò, ma quella è un’altra cosa. Se uno è professionista non deve scommettere sullo sport che pratica".