Il presidente del club rossonero ha aperto a un possibile ritorno dello svedese con una nuova veste: "E' un amico"
L'amore fra Zlatan Ibrahimovic e il Milan è pronto a vivere un nuovo capitolo della loro personalissima "love story". Dopo il primo approdo a Milano (sponda rossonera) nel 2010, l'attaccante scandinavo è tornato a vestire la maglia rossonera nel 2020 concludendo tre anni dopo la propria carriera. Un momento che ha chiuso un ciclo, ma al tempo stesso potrebbe averne aperto un altro, quello di Zlatan in versione dirigenziale.
Se n'è parlato spesso di questa prospettiva, ancora quando l'ex giocatore di Barcellona, Inter e Juventus era ancora in rosa, nonostante i continui infortuni che lo bloccavano, tuttavia nulla si è mai concretizzato. Nulla fino all'ultimo derby quando Zlatan è giunto a Milanello per far visita alla squadra e resistuire pace e tranquillità in un ambiente particolarmente teso dopo il 5-1 patito a favore dell'Inter. L'incontro con Stefano Pioli, con cui ha sempre avuto un ottimo rapporto, ha fatto impazzare nuovamente l'idea di vederlo con un ruolo societario e la sua presenza in tribuna a San Siro nel match con la Lazio ha rafforzato questa possibilità.
A confermare un incontro fra la società e il centravanti scandinavo ci ha pensato il presidente del Milan Paolo Scaroni che, intervenendo all'interno della rubrica di Gr Parlamento "La Politica nel Pallone", ha aperto le porte a un possibile ritorno di Ibra in una nuova veste: "Ibrahimovic ha incontrato Cardinale e Furlani, è un amico. In questo momento sta cercando anche lui di cambiare fase della sua vita, è vicino a noi e quando sarà pronto ad accettare delle ipotesi saremo felici di esplorarle insieme a lui".
Il numero uno del club milanese ha fatto un bilancio sulla situazione finanziaria della squadra, tornata in positivo dopo anni, così come sulla situazione della formazione dopo la sconfitta patita che ha scosso gli uomini di Pioli, pronti ad aprire una nuova striscia positiva. "Ci godiamo questo utile di bilancio dopo tanti anni, una meta agognata dopo tanti anni di perdite. Il nostro unico obiettivo e' essere sempre in Champions League, per ragioni economiche e perche' i nostri tifosi nel mondo devono vederci li' - ha sottolineato Scaroni guardando anche agli acquisti compiuti la scorsa stagione -. Il bilancio 22-23 è in positivo senza la cessione di Tonali e puntiamo a conti in ordine a prescindere dal mercato. Lo scorso anno non siamo stati molto contenti degli acquisti fatti, adesso mi sembra che le cose stiano andando per il meglio"
Il presidente ha raccontato anche ciò che ha provato dopo il derby che ha messo in seria difficoltà sia la squadra che i suoi sostenitori: "Derby per lo Scudetto? Mi auguro che sia cosi', e dopo le 5 sconfitte contro l'Inter speriamo di poter tornare a sorridere, perche' i tifosi hanno sofferto. I punti persi con l'Inter sono gli stessi di altre sconfitte, ma in realta' anche io quando torno a casa dopo un 5-1 contro i nerazzurri sono stato di pessimo umore. E' Pioli che ha il polso della squadra, scorie non credo ci siano piu' perche' con la Lazio ho visto una squadra bella, serena, coesa e che guarda avanti. Abbiamo tante cose da guardare avanti, a partire dalla partita di Dortmund perche' abbiamo un calendario terrificante. Ma dobbiamo fare bene su tutti e due i fronti".
Scaroni ha infine parlato della proposta avanzata dal ministro per lo Sport e per i Giovani Andrea Abodi che ha ipotizzato la nomina di un commissario per la ristrutturazione degli stadi in Italia in vista degli Europei 2032. "Non sono sicuro che un commissario risolva tutti i problemi. Nonostante ciò dico si', ma deve essere sostenuto da un set di leggi che gli consenta di superare tutti gli ostacoli, altrimenti faremmo un enorme fatica a raggiungere un punto - ha concluso il dirigente vicentino -. L'Italia ha bisogno di stadi nuovi, non basta piu' ristrutturare gli stadi esistenti come per Italia '90. Basta andare all'estero per vedere che cosi' i problemi non si risolvono. E' vero che non tutti i club hanno la disponibilita' di intervenire, ma c'e' una volonta' soprattutto nelle proprieta' straniere di investire nel nostro calcio. Si deve solo fare quello che all'esterno e' stato fatto 20 anni fa".