Fatti, numeri, curiosità dell'undicesima giornata di Serie A
di Matteo Dotto
Milan e (soprattutto) Napoli non brillano ma vincono sfide non banali, all’insegna della sofferenza finale. Fa rumore l’auto-silenzio di Mourinho nel dopo partita, quel “non c’è rispetto” che farà discutere nei prossimi giorni. Così come il mancato rigore di Kjaer dominerà nelle discussioni da bar sport almeno fino alle partite di Champions ormai alle porte.
PIAZZATI - Vittoria su calci franchi, quella rossonera. La punizione di Ibra nel primo tempo e il rigore di Kessie nella ripresa certificano le ambizioni scudetto dei rossoneri, con Ibrahimovic che festeggia il suo gol numero 400 in campionato (tra Svezia, Olanda, Italia, Spagna, Francia, Inghilterra e Stati Uniti). Incredibile, a guardare la classifica, un dato: il Milan ha più del doppio dei punti della Juventus, 31 contro 15... Una bella riflessione prima di due appuntamenti fondamentali: mercoledì contro il Porto c’è un solo risultato e poi... c’è il derby.
FRENATA - Quarta sconfitta in campionato per la Roma di Mourinho, quinta stagionale comprendendo l’umiliazione norvegese in Conference League, primo stop casalingo. Un cammino con il freno a mano tirato negli ultimi turni: 4 punti nelle ultime 4 partite, un distacco di 12 punti dalla vetta che è una voragine. Detto che comunque l’obiettivo giallorosso si chiama qualificazione in Champions League e al netto dei rimpianti per il pareggio sfumato contro la squadra di Pioli, rimane la sensazione di una Roma troppo discontinua, obbligata a vincere domenica a Venezia per rimanere protagonista.
LAMPI - Primi gol “milanesi” per il Tucu Correa che dopo la decisiva doppietta del Bentegodi di due mesi fa segna a San Siro per la prima volta da interista. Un’altra doppietta da tre punti (in realtà sono due...) che mette in ginocchio l’Udinese e cancella i dubbi sul rendimento fin qui altalenante dell’argentino. Detto che l’Inter di oggi ha gli stessi punti di quella scudettata della scorsa stagione (e all’incirca lo stesso score: 28 reti segnate contro le 29 della squadra di Conte; 12 quelle incassate a fronte delle 15 del torneo scorso) è curioso come sia simile anche la distribuzione delle reti degli attaccanti dopo le prime 11 giornate, esattamente 16. Adesso abbiamo Dzeko a quota 7, Lautaro a 5 e Correa a 4 (con Sanchez ancora a secco), nel campionato passato a questo punto Lukaku era a 9 gol, Lautaro a 5 e Sanchez a 2.
IDEA - E se fosse proprio Igor Tudor l’uomo adatto per la panchina bianconera? Il flop dell’Allegri-2, il fallimento del progetto Pirlo e la non esaltante svolta Sarri uniti alla prova da applausi del Verona di sabato inducono effettivamente alla riflessione. Per il croato (174 partite e 21 gol nei suoi sette anni bianconeri e una stagione da aiutante, neanche troppo ascoltato, di coach Pirlo) sarebbe il giusto premio a una carriera già importante, con tante e variegate esperienze, nonostante i suoi soli 43 anni.
TRACOLLO - Mar Ligure in tempesta... Il weekend ha regalato zero gol e un misero punticino alle tre squadre liguri della massima serie: Torino-Sampdoria 3-0, Fiorentina-Spezia 3-0 e Genoa-Venezia 0-0. E tutte tre lottano nelle zone basse della classifica.
RECORD - Sabato di gol e di traguardi storici per i due centravanti campioni d’Europa. A Bergamo, dove fra l’altro aveva firmato sei anni fa il suo primo centro in biancoceleste, Ciro Immobile ha raggiunto Piola, miglior marcatore della storia laziale, a quota 159. Addirittura con la media gol migliore (0,68;contro 0,65 visto che le partite di Piola erano state 243 e quelle di Immobile 232. Contro la Sampdoria, Andrea Belotti ha segnato la sua 100esima rete in A, gol numero 94 in campionato con i granata.