Individuati e licenziati, gli autori degli scatti si difendono: "Tutto un equivoco"
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Dopo l'indignazione, la rabbia e le minacce. Col passare delle ore si aggravano le conseguenze delle foto scattate alla salma di Diego Armando Maradona. Una volta individuati, i tre responsabili dei macabri selfie sono stati prima licenziati in tronco dall'agenzia di pompe funebri per cui lavoravano e poi presi di mira da alcuni tifosi decisi a vendicare l'oltraggio nei confronti del Diez. Secondo quando ha denunciato uno di loro a Radio 10, Claudio P., alcuni ultrà del Boca Juniors l'avrebbero minacciato di morte.
Una situazione molto pericolosa per i responsabili del macabro gesto, che nel frattempo stanno cercato di difendersi e spiegare la loro versione dei fatti. "Si tratta solo di un grande equivoco - ha dichiarato Claudio P. -. Quella foto non l'ho scattata io ed è stata fatta a tradimento, nel senso che qualcuno mi ha colto nel momento in cui stavo preparando il feretro". "Nessun esibizionismo, lavoro da tanti anni in questo settore e sono di quelli che hanno sempre ripudiato certi gesti - ha aggiunto -. Ho lavorato al funerale del papà di Maradona, nel 2015, e non mi sono certo sognato di fare nulla del genere nemmeno all'epoca". "Sono stato licenziato per qualcosa che non ho fatto, ma chiedo comunque scusa a chi si è sentito offeso", ha concluso
Dichiarazioni rilasciate da una parte per allentare un po' il clima di tensione attorno alla vicenda e dall'altra per provare anche a evitare la denuncia dei familiari di Maradona, al momento intenzionati comunque ad andare fino in fondo.
Vista la gravità della situazione, del resto, la polizia è già stata informata sugli ultimi sviluppi e la magistratura ha deciso di agire d'ufficio nei confronti dei tre ex dipendenti dell'agenzia Pinier di pompe funebri per evitare ulteriori ripercussioni violente. Oltre alle minacce, infatti, Claudio P., ha raccontato di aver notato "individui sospetti" davanti al portone della sua abitazione. Segnalazione che ha fatto scattare massima attenzione da parte della autorità, che come primo passo hanno provveduto a perquisire la sede dell'agenzia di pompe funebri rinvenendo a pare "altro materiale fotografico di cattivo gusto relativo alla salma di Maradona".