L'accusa riguarda un fatto successo nel gennaio del 2020, i giocatori (all'epoca dei fatti alla Virtus Verona) negano tutto
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Quattro calciatori professionisti, all'epoca tesserati per la Virtus Verona (totalmente estranea), accusati di stupro e un compagno di squadra accusato di aver filmato i fatti: questo il motivo del rinvio a giudizio dei cinque da parte del pm Elisabetta Labate dopo un'inchiesta partita dalla denuncia di una ragazza in merito a una serata passata col gruppo tra il 18 e 19 gennaio del 2020.
Secondo la ragazza, che conosceva uno dei cinque in quanto studente universitario come lei, dopo aver bevuto quattro birre e un paio di gin lemon in seguito ad un gioco alcolico, i quattro calciatori l'avrebbero costretta ad avere più di un rapporto sessuale non consenziente mentre il quinto filmava il tutto: "Non mi sentivo bene, quando ho realizzato cosa stesse succedendo ho chiesto loro di fermarsi, non riuscivo ad opporre resistenza" il racconto della 20enne.
La tesi difensiva dei ragazzi, che oggi hanno tutti cambiato squadra, è invece quella di "rapporti sessuali assolutamente consenzienti e spontanei con la ragazza" come riporta il Corriere del Veneto. Inoltre il collegio difensivo è sicuro che "dai filmati verrà fornito un riscontro oggettivo inattaccabile".
Francesco Ghirelli, presidente della Lega Pro, ha commentato: "La vicenda mi turba come dirigente sportivo e come uomo di famiglia. La giustizia deve fare il suo corso chiaramente ma mai avrei voluto apprendere una notizia del genere. Penso al turbamento e all'angoscia che stanno provando la giovane donna, i calciatori, i loro amici, la loro rete sociale, la Virtus e il suo presidente".
LA VIRTUS VERONA: "IL RISPETTO NOSTRO VALORE"
"Una vicenda di natura privata, avvenuta al di fuori del contesto sportivo e per la quale la giustizia sta facendo il suo corso". Cosi' in una nota ufficiale la Virtus Verona, società di serie C, commenta oggi la vicenda che ha coinvolto cinque suoi giocatori, accusati di violenza sessuale nei confronti di una ragazza nel gennaio 2020. "La Virtusvecomp Verona - prosegue la nota - una volta venutane a conoscenza, ha mostrato da subito sensibilita' e attenzione limitandosi contestualmente a quanto strettamente di competenza, riponendo massima fiducia nella magistratura, ritenuta l'unica in grado di giudicare. La Virtusvecomp vanta una storia centenaria, fatta di calcio ma soprattutto di solidarietà, impegno sociale e massimo rispetto nei confronti di tutti. Da tanti anni concentra la propria attivita' tra sport ed inclusione ed ha sempre avuto, tra i suoi valori fondanti, proprio il rispetto verso l'altro chiunque esso sia: uomo, donna, bianco, nero, ricco, povero. Il nostro modo di vivere l'inclusione ha a che fare con la quotidianità; con la volonta' di prenderci cura degli altri, fermamente convinti che tutti abbiano diritto ad essere aiutati e rispettati. Crediamo che le uniche cose che contano davvero siano umanità, sensibilita' ed onesta'. La cura e il rispetto dell'altro, ancor prima di essere un dovere morale, sono parte del nostro Dna". La società veronese conclude precisando che "sono stati già attivati gli organi legali di fiducia al fine di vedere tutelata la propria immagine di Società modello, riconosciuta tale a livello locale, nazionale ed internazionale".
I TIFOSI: "SOSPENDERE I GIOCATORI"
"Siamo scioccati, indignati e molto arrabbiati di apprendere dai mass media che cinque giocatori della Virtus Verona siano indagati per un presunto stupro ai danni di una ragazza, avvenuto nel gennaio 2020". Lo scrive, in una nota sulla propria pagina Facebook, il gruppo Virtus Verona Rude Firm 1921, tifoseria organizzata della squadra di serie C. "La Virtus Verona e la sua tifoseria organizzata - spiegano - da sempre vantano con orgoglio la difesa dei diritti umani, sempre schierati contro ogni razzismo, discriminazione, violenza sulle donne e sempre dalla parte di tutte quelle categorie di persone meno tutelate e rispettate. Come tifosi Virtussini chiediamo pertanto alla società chiarimenti e l'immediata sospensione da tutte le attivita' sportive dei giocatori coinvolti nella vicenda, che rientrino ancora nella rosa della squadra, fino a che non venga fatta chiarezza da parte della magistratura. Chi ama il calcio, odia la violenza sulle donne e chi la copre", conclude il gruppo.