Potrebbero essere le due grosse novità della prossima stagione, difficile invece pensare all'introduzione del Var a chiamata
Al termine di una stagione ricca di discussioni e polemiche, una delle più complicate da quando sono arrivati i supporti tecnologici, la classe arbitrale si prepara a fare un ulteriore step in avanti alla ricerca di nuove soluzioni che limitino il più possibile gli errori. Secondo il Corriere della Sera, infatti, a partire dalla prossima annata potrebbero essere introdotte alcune importanti novità riguardanti la gestione Var, tra cui la presenza di specialisti davanti ai monitor e il battesimo del fuorigioco automatico.
Attualmente in sala Var operano, a rotazione, arbitri di campo, ma lo stesso designatore, Gianluca Rocchi, aveva anticipato che era imminente l'introduzione di una squadra di "varisti" specializzati. "Se l’arbitro, da Var, si porta dietro l’atteggiamento che ha in campo, sbaglia", aveva asserito l'ex fischietto. Sarà dunque questo il primo grande cambiamento che scatterà dal 2022/23.
Altra rivoluzione in vista, quella del fuorigioco automatico, che la Fifa vorrebbe già pienamente operante per i Mondiali in Qatar. Un software sarebbe in grado di rilevare in tempo reale il posizionamento dei giocatori in campo, utilizzando dei sensori, permettendo così di accelerare le tempistiche per la conferma o meno di un gol, senza dover ricorrere al tracciamento manuale delle linee, come avviene attualmente.
Per facilitare la comprensione di alcune situazioni al pubblico, inoltre, gli episodi saranno riproposti sui maxi schermi degli stadi e potrebbe essere disponibile anche un'app che riporta i dialoghi tra direttore di gara e var.
Sembra invece ancora presto per lo sdoganamento del Var a chiamata. Della possibilità che le squadre facciano richiesta di ricorrere al monitor una o più o volte a partita si discute ormai da tempo, ma l'IFAB (l'organo che si occupa dei regolamenti del calcio) continua a dirsi contrario a questo cambiamento, che sarebbe una vera e propria rivoluzione, e l'ipotesi rimane dunque tutt'ora remota.