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Arrestati i capi ultrà di Inter e Milan: "Associazione a delinquere nelle curve di San Siro"

19 le persone coinvolte, azzerati i vertici del tifo organizzato dei due club: vasta operazione dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Milano

30 Set 2024 - 08:06
 © Getty Images

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Maxi-operazione della polizia che questa stamattina ha arrestato 19 persone appartenenti alle curve di Inter e Milan. Nel blitz che ha coinvolto anche Guardia di Finanza, ci sono coinvolti tra gli altri uno dei capi ultrà interisti, Marco Ferdico, molto legato ad Antonio Bellocco, lo 'ndranghetista ucciso il 4 settembre da Andrea Beretta, anche lui al vertice della curva nerazzurra e in carcere per omicidio. E poi Luca Lucci, capo degli ultras milanisti, già condannato per droga. Coinvolto anche il fratello Francesco. In più anche Christian Rosiello, bodyguard del cantante Fedez. 16 gli esponenti del tifo organizzato in carcere, 3 ai domiciliari: le accuse sono di associazione per delinquere (con l'aggravante del metodo mafioso) finalizzate a una serie di estorsioni legate al mondo dello stadio, lesioni e altri gravi reati. In queste ore sono in corso decine di perquisizioni.

Nel mirino dell'inchiesta coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della procura della Repubblica di Milano il giro di business collegati al Meazza: dai biglietti fino alla pressione ai club per i parcheggi passando per merchandising e vendita di bibite all'interno dello stadio. Contestate anche aggressione commesse nel corso degli anni nei confronti di steward, tifoserie avversarie e a volte contro gruppi appartenenti alle rispettive curve. 

Tra gli altri coinvolti appartenenti al tifo organizzato del Milan c'è il fedelissimo di Lucci Islam Hagag oltre ad Alessandro Sticco, i quali hanno recentemente patteggiato un pestaggio nei pressi di San Siro. E poi, sul fronte interista, il padre di Marco Ferdico, Gianfranco, Mauro Nepi, Matteo Norrito e Renato Bosetti. 

Tra le presunte attività estorsive contestate spicca quella sui servizi di catering relativi allo stadio di San Siro. Dalle indagini dei pm Paolo Storari e Sara Ombra sono emerse anche estorsioni e richieste di "pizzo" nei confronti degli ambulanti che vendono panini e cibo fuori dal Meazza, oltre a una serie di pestaggi e cosiddetti "reati da stadio". L'inchiesta non riguarderebbe, invece, traffici di droga. I reati contestati sono associazione per delinquere con l'aggravante mafiosa, estorsione, false dichiarazioni o attestazioni in atti destinati all'autorità giudiziaria, possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi, accesso abusivo a sistemi informatici, lesioni, percosse, rissa e resistenza a pubblico ufficiale.

Come spiega il procuratore di Milano Marcello Viola in una nota si tratta di "una complessa indagine" delle Dda milanese "che ha riunito diversi filoni investigativi condotti da più articolazioni della Polizia di Stato, nonché dal Gico di Milano e dallo Scico della Gdf".

Assieme "all'esecuzione delle misure cautelari sono state delegate ed eseguite decine di perquisizioni a carico di ulteriori indagati". Inoltre, la Divisione Anticrimine della Questura di Milano "ha applicato a più soggetti diversi divieti di accesso ai luoghi, ove si svolgono manifestazioni sportive", ossia dei Daspo, o "ha comunque avviato la relativa procedura nei confronti di numerose altre persone".

Le indagini hanno consentito, secondo l'accusa, "di accertare l'esistenza di infiltrazioni criminali tra gli ultrà e hanno coinvolto i principali esponenti dei cosiddetti 'direttivi' delle tifoserie organizzate delle due principali squadre calcistiche milanesi".

IL PROVVEDIMENTO

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