Il consulente del ministro Speranza: "Protocollo da riscrivere". Il vicepresidente Aic: "Unica modalità corretta"
Dopo il caso del focolaio di Covid al Genoa e la mancata disputa di Juventus-Napoli (3-0 a tavolino o meno 1 in classifica per gli azzurri?), la Serie A trema per la possibile interruzione del campionato, si interroga sulla possibilità dei playoff e anche sul protocollo corretto da seguire per garantire il regolare svolgimento del torneo. Un tema questo che divide nettamente i vertici del calcio e quelli della politica, come dimostrano le dichiarazioni rilasciate sull'argomento da Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute Speranza, e dal vicepresidente dell'assocalciatori Umberto Calcagno.
RICCIARDI: "IL PROTOCOLLO VA RISCRITTO"
"Io credo che vada rivisito il protocollo del calcio: fu approvato a maggio, con la circolazione del virus limitata all'epoca. Quello era stato un protocollo elaborato dalla Figc ed approvato dal Cts che ha consentito di chiudere il campionato. In questo momento il virus circola in modo talmente forte che non può che prevedere una rivisitazione del protocollo". Lo ha detto Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute Speranza, ai microfoni di Radio Punto Nuovo. Sul caso Juventus-Napoli, ha poi spiegato: "Ha fatto bene la Asl di Napoli a tutelare la salute pubblica, evitando che ci fossero persone che dalla Campania potessero far circolare il virus altrove. Da quello che ho letto, le Asl di Napoli hanno evitato il focolaio epidemico.
Come si spezzano le catene? Il rischio di contagio è alto, uno sport come il calcio pone un rischio elevato - ha proseguito Ricciardi - Le Asl interverranno ogni volta che c'è un positivo disponendo che un soggetto potenzialmente infetto vada in quarantena fiduciaria, seguendo il dettato costituzionale ed anche civile e penale".
Sui calciatori della Juventus andati all'estero, Ricciardi ha aggiunto: "Chi viola le disposizioni delle Asl ed anche di legge incorre in sanzioni civili e penali. Con l'attuale protocollo, il campionato può non finire, visto che le Asl saranno costantemente chiamate ad intervenire. Il calcio deve porsi l'interrogativo se può continuare: se non risolviamo il problema sanitario non possiamo pensare di tenere aperto il calcio a queste condizioni.
Anche il calcio è un settore produttivo importante: ma dobbiamo privilegiare le industrie e le scuole. Il calcio è a rischio - ha concluso - come tutte le attività che facilitano la circolazione del virus non vivendo in una bolla. Negli Usa è possibile far disputare gli sport di contatto solo se in una bolla: potrebbe essere necessario fare lo stesso anche per il calcio".
CALCAGNO TIRA DRITTO: "PROTOCOLLO UNICA MODALITÀ CORRETTA"
"Come ribadito dal Ministro Spadafora e dal Presidente Federale Gravina, oggi il protocollo è l'unica modalità corretta per tutelare la salute dei calciatori e preservare la regolarità dei campionati". Il vicepresidente dell'assocalciatori, Umberto Calcagno, è intervenuto ai microfoni di Radio Sportiva sul tema protocollo e coronavirus: "Poi dovremo capire di giorno in giorno quale sarà l'evolversi della pandemia e dei numeri e farci trovare pronti. Quello che è successo al Genoa è un caso abbastanza particolare, anche perché il protocollo fino a quel momento aveva funzionato bene.
Una eventuale 'bolla' stile NBA mi pare improponibile - ha proseguito il vicepresidente dell'Aic rispondendo indirettamente a Ricciardi - Su possibili cambi di format si discute da tempo e sono questioni che dobbiamo essere pronti ad affrontare nel momento in cui dovessero cambiare le condizioni dei contagi. I calendari sono intasati ed è un problema che ci stiamo ponendo anche a livello europeo. Non si tratta di essere favorevoli o contrari ai playoff, ma di essere pronti a trovare soluzioni alternative perché abbiamo una forte responsabilità di sistema, dal calcio di base a quello apicale".
Sul caso di Juventus-Napoli, Calcagno ha poi chiarito di non potersi esprimere nel merito "anche perché c'è un'indagine federale in corso. Sono comunque certo che non sarà lasciato nulla al caso, e il fatto che ci si prenda qualche giorno in più per valutare la situazione mi lascia sereno".
Infine sulle dichiarazioni del Ministro Speranza, il Vicepresidente Aic ha evidenziato di non condividerne l'impostazione: "Credo non sia corretto mettere in concorrenza sport e scuola. Sono due mondi che insieme devono accompagnare i nostri ragazzi e, per questo, non vanno messi in contrapposizione".