Sono partiti come tecnici ad interim, in attesa di fare valutazioni sulla prossima stagione, ma potrebbero essere confermati
Roma e Napoli li hanno pescati per risollevare una stagione. Sembravano i classici traghettatori in attesa di trovare il nome giusto in vista dell'anno prossimo. Invece stanno dimostrando di avere tutte le carte in regola per proseguire la loro carriera ad alto livello. Daniele De Rossi e Francesco Calzona hanno circa un paio di mesi per giocarsi la riconferma. Il primo è quasi sicuro di restare, a meno di clamorose cadute nelle partite, tra campionato ed Europa League, che mancano alla fine della stagione. Il secondo sta convincendo sul piano del gioco e si sta sempre di più guadagnando la stima del presidente.
E' ovvio che saranno i risultati a decidere tutto. De Rossi, in ogni caso, parte dal vantaggio di aver vinto tutte le partite da quando è arrivato (con l'eccezione della super Inter, contro cui però è andato al riposo in vantaggio, e l'inutile ritorno con il Brighton), dotando la Roma di un calcio offensivo che sembra molto più nelle corde dei giallorossi rispetto al gioco di attesa dell'era Mourinho. Ai Friedkin piace già molto, è in sintonia con l'ambiente ed è adorato dai tifosi, anche dalle ex vedove del portoghese, visto che è un'indiscussa bandiera del club. Il quarto posto del Bologna non è lontano e se il campionato finisse ora, con il ranking favorevole all'Italia, la Roma, quinta, sarebbe in Champions League. Risultato di alto livello con la possibile ciliegina sulla torta dei quarti di finale di Europa League. Se i giallorossi riuscissero a eliminare il Milan, De Rossi avrebbe un'ulteriore, e pesantissima, carta da giocarsi in vista del futuro.
Per Calzona il discorso è un po' diverso. E' arrivato dopo due flop, quelli di Garcia e di Mazzarri, e si è ritrovato a ricostruire quasi tutto, dall'aspetto psicologico a quello tecnico. E' riuscito a dare al Napoli vecchie certezze, sia da un lato che dall'altro. E' stato eliminato dalla Champions ma ha dimostrato, a Barcellona, di essere stato in grado, in poco tempo, di far ritrovare ai suoi una personalità e una qualità, soprattutto in fase offensiva, degna dei tempi d'oro. Di sicuro c'è da lavorare sulla fase difensiva, e a questo, soprattutto, si riferisce Calzona quando parla della mancanza di tempo. Insieme a Sarri è abituato a lavorare sulla linea, avendo come riferimento il pallone e non gli avversari. Non una cosa semplice da imparare arrivando in corsa. Anche per lui ci sono un paio di mesi per guadagnarsi la riconferma. Il posto nella prossima Champions è complicato ma non impossibile (soprattutto se le italiane saranno cinque). Nel caso le cose non si mettessero bene, De Laurentiis, sempre con il sogno Conte nel taschino, ha già in testa i nomi dei sostituti. Vincenzo Italiano piace da tempo ma nel taccuino presidenziale ci sono anche due giovani che stuzzicano la fantasia come Palladino e Farioli del Nizza.