L'ad critica le scelte Uefa sulla Champions League: "Il nuovo format non ci piace e il meccanismo di ammissione penalizza l'Italia". Poi annuncia che la Supercoppa italiana tornerà in Arabia
Nonostante l'impressione che il duello scudetto tra Milan e Inter andrà avanti sino agli ultimi 90', la Lega di Serie A ha ribadito che la contemporaneità è prevista solo per l'ultima giornata di campionato. "Siamo persone ragionevoli e capiamo le discussioni, ma facciamo parte di un modello economico con delle regole, per mettere più pubblici possibili in condizione di vedere le partite. È stato deciso anni fa che l'ultima giornata si giochi in contemporanea, se necessario. Ed è uguale a quello che avviene all'estero, il modello economico è uguale per tutti", ha detto l'ad Luigi De Siervo a Rai Radio1.
Quanto alla prossima Supercoppa italiana, grande esclusiva delle reti Mediaset, "si torna in Arabia anche l'anno prossimo, perché abbiamo un contratto che non abbiamo risolto per clausole penali che abbiamo ereditato. Ma per il futuro stiamo valutando un contratto all'estero di più ampia prospettiva, che coinvolga più squadre", ha annunciato dopo che a gennaio Inter e Juve hanno giocato a San Siro.
Lo stesso De Siervo si è detto critico nei confronti dell'attuale formula della Champions League. "Siamo critici, questo format fu approvato il giorno dell'annuncio della Superlega, quindi era una reazione a quel modello. Ma così vengono aggiunte 100 partite in più, e si fa solo per raccogliere più risorse economiche. Sono stime della Uefa: il fatturato Uefa dovrebbe crescere di un miliardo e 800 milioni, ma nella redistribuzione la Serie A perderebbe oltre 200 milioni l'anno, è inaccettabile. Cerchiamo di fare in modo che le partite del girone iniziale siano solo 8 e non dieci, comunque due più delle 6 attuali".
Inoltre, per De Siervo non va bene il meccanismo dei coefficienti, per l'ammissione alla stessa Champions. "Su due delle nuove promosse non ci sono problemi - è entrato nel dettaglio - : saranno una squadra francese una olandese. Ma per gli altri posti viene introdotto il concetto di coefficiente e noi abbiamo fatto delle stime: per il 60% delle volte sarà una squadra inglese, il 30% una spagnola. L'Italia avrebbe solo una squadra in più nei prossimi 10 anni. Questo creerebbe una sperequazione di fondi tra le leghe, premiando oltretutto le squadre che sono la base della Superlega".