Il presidente della Federazione: “Abbiamo provato sul campo di saper applicare i protocolli, lo sport è cultura”
"Non mi sembra sia un grande pericolo, per la salute dei nostri tifosi, a far entrare 100 persone in impianti che ne possono contenere 500-1000, o a far entrare 10mila persone in stadi da 60mila, con il rispetto dei protocolli che abbiamo provato sul campo di saper applicare e di saper comunque portare avanti con grande senso di responsabilità, in uno sport, il calcio, che si svolge all'aperto". Lo ha detto il presidente della Figc, Gabriele Gravina, invitato in audizione quest'oggi dalla Commissione cultura e sport del Comune di Firenze. "La cultura sta cercando di ottenere la possibilità di riaprire cinema e teatri in percentuali minime, ma comunque c'è l'idea di poter riaprire - ha aggiunto Gravina - Io credo che non ci sia nulla di offensivo nel poter declinare un concetto fondamentale a me tanto caro, che anche lo sport è cultura".
Secondo il presidente della Figc è necessario "valorizzare due asset fondamentali: i settori giovanili e le infrastrutture. Ed è chiaro che non puoi fare politica di settore giovanile se non hai delle infrastrutture a disposizione. Ho scritto con piacere al presidente Draghi, come avevo fatto con il presidente Conte, accettando quelle urla che sono giunte a Roma, da Firenze, da Joe Barone e da Commisso, che si sono sentiti penalizzati nel non poter realizzare quella casa, quell'agorà, che dovrebbe mettere insieme, rendere fruibile l'evento sportivo quotidianamente" ovvero il nuovo centro sportivo della Fiorentina a Bagno a Ripoli. Nei giorni scorsi proprio Gravina aveva scritto una lettera, insieme ai presidenti di Coni e Lega Calcio Giovanni Malagò e Paolo Dal Pino, per chiedere al Governo un supporto verso quegli imprenditori che vogliono investire nelle infrastrutture sportive.
LAVORATORE SPORTIVO E ABOLIZIONE VINCOLO - "Purtroppo la riforma dello sport attraverso i suoi decreti attuativi ha partorito soprattutto due condizioni che, attraverso un confronto costante con tutte le forze politiche, dobbiamo pretendere di rivedere in alcune dinamiche. Mi riferisco al vincolo sportivo e, soprattutto, alla nuova figura istituita dal cosiddetto lavoratore sportivo, perché purtroppo chi conosce ed applica le regole standard del nostro mondo sa benissimo che questi due provvedimenti avranno un impatto devastante nel mondo del calcio e dello sport".
"Per quanto riguarda il vincolo sportivo, molti dicono che la riforma penalizzerà il mondo dilettantistico - ha aggiunto Gravina - ma in maniera trasversale penalizzerà anche quello professionistico. Mi vengono in mente alcuni modelli di settore giovanile del calcio che conta, come alcuni vivai, alcune attività di formazione, alcuni serbatoi di giovani in società che noi tutti consideriamo dei modelli. Che fine faranno? Quale sarà la conseguenza e l'applicazione dell'abolizione del vincolo sportivo? Certo, è importante, ma va applicato correttamente. Va rispettata la specificità di un mondo che è differente rispetto ad altri mondi dello sport. La figura del lavoratore sportivo, con un aggravio di costi che abbiamo stimato fra 1,5-2 miliardi di euro, è la morte del calcio di base - conclude - ma avrà sicuramente anche un impatto devastante all'interno del nostro mondo".