La bozza presentata indica le procedure diagnostiche da seguire, suggerendo l'isolamento delle squadre nei centri sportivi
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La FIGC prova a programmare la ripresa dei campionati e lo fa partendo dai protocolli sanitari per i giocatori, con l'obiettivo di ridurre al minimo le possibilità di contagio e far ripartire i tornei in totale sicurezza. Dalla riunione della Commissione medica federale, tenutasi rigorosamente in videoconferenza, è emersa una bozza con alcune linee guida fondamentali, riguardanti la formazione dei gruppi squadra, gli esami da effettuare e i protocolli specifici per coloro che sono risultati positivi al coronavirus (come Rugani, Dybala, Gabbiadini, Vlahovic...). Inoltre è stato ritenuto fondamentale, almeno inizialmente, l'isolamento delle squadre nei centri sportivi. "Se e quando dovessimo avere luce verde per una graduale ripartenza il mondo del calcio deve farsi trovare pronto", ha detto il presidente federale Gravina.
La Commissione è presieduta dal professor Paolo Zeppilli, medico federale e integrata da esperti di infettivologia, come Roberto Cauda (professore di Malattie Infettive dell'Università Cattolica), Massimo Fantoni (Primario Unità Covid19 del Policlinico Gemelli), Walter Ricciardi (componente Oms, consigliere del ministero della Salute) e Francesco Vaia (direttore sanitario dell'Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani). Tutti al lavoro per identificare le soluzioni migliori per garantire la salute di calciatori, arbitri e staff delle varie squadre.
La bozza presentata in Commissione per il settore professionistico, come detto, indica le modalità con le quali formare il gruppo squadra, seguire clinicamente i componenti della rosa (calciatori, allenatori, medici, fisioterapisti, magazzinieri, ecc.) e quali esami diagnostici effettuare a cura del medico sociale e del medico di squadra (test molecolari, test sierologici, esami del sangue generali, ecc.). Sono stati anche discussi i protocolli riguardanti i calciatori e i membri dello staff contagiati e guariti dall'infezione da Covid-19. Gli esami diagnostici indicati per questa categoria seguiranno un protocollo adeguato alla gravità clinica dell'infezione subita (con particolare attenzione all'apparato respiratorio e cardiovascolare). Tutte queste indicazioni si estendono al gruppo arbitri, considerati alla stregua dei calciatori delle singole squadre. Nel confronto, inoltre, è emersa come raccomandazione che nella prima fase le squadre siano raccolte in un luogo "chiuso" (come i centri sportivi), ovviamente sanificato e rispettoso di tutte le norme igieniche-comportamentali, anche per coloro che non appartengono al gruppo ristretto.
Gravina ha sottolineato come il calcio abbia esigenze straordinarie dovute all'impatto economico che genera e alla grande esposizione mediatica, da cui derivano grandi responsabilità per i datori di lavoro, cioè i club. "Per il ruolo che il calcio ricopre nella società civile italiana, sono convinto che potremo dare un contributo importante a tutto il Paese", ha detto.
Le linee guida verranno integrate dalle indicazioni degli esperti e dei rappresentanti delle componenti per definire il prima possibile un protocollo unitario definitivo. Tale protocollo sarà ispirato a tre principi fondamentali: semplicità, fattibilità e attendibilità medico-scientifica.