L’avvocato Cesare Di Cintio, specializzato in diritto sportivo, fa il punto sulla sentenza che regola la questione che ha infiammato lo scontro del calcio italiano
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Nella mattinata di mercoledì 22 giugno la Sezione prima Ter del Tar del Lazio ha respinto l’appello presentato in via cautelare dalla Federcalcio contro la decisione del Collegio di Garanzia del Coni sull’applicazione dell’indice di liquidità per le società. Lo stesso Collegio, il 13 giugno, aveva accolto in parte l’appello della Lega Serie A escludendo di fatto l’indice di liquidità tra i requisiti obbligatori per l’iscrizione al campionato.
Questo il parere dell’avvocato Cesare Di Cintio, specializzato in diritto sportivo e fondatore dello studio DCF Sport Legal: "Con indice di liquidità si intende un rapporto tra crediti e debiti correnti di una società. A fine aprile, il consiglio Figc lo aveva fissato a 0.5 per i club, scollegandolo dal provvedimento di possibile blocco delle operazioni di acquisizione del diritto alle prestazioni dei calciatori in caso di mancato rispetto, ma rendendolo condizione vincolante per l’iscrizione di un club al campionato. L’obiettivo della Figc era quello di garantire una stabilità a lungo termine per le società sportive. Normativa che la Lega Serie A non ha accolto favorevolmente principalmente per le tempistiche. In caso di sentenza favorevole a Figc, le società non in regola con i conti si sarebbero infatti trovate a doverli sistemare entro la mezzanotte del 22 giugno, data di scadenza per le iscrizioni. Il Collegio di Garanzia ha dunque accolto il ricorso della Lega, evidenziando il problema della tempistica eccessivamente stretta".