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Il testa a testa scudetto Inter-Napoli entusiasma, la lotta per la Champions registra lo scatto perentorio della Juventus (unica vittoriosa di giornata tra le cinque squadre che ambiscono alla quarta piazza), delle tre eurotrombate solo il Milan piange, mentre se la Juve vince soffrendo, l’Atalanta stravince entusiasmando.
CRISETTA - Lo stantio refrain di Antonio Conte (che parla sempre di un campionato “straordinario”, manco allenasse - con tutto il rispetto - il Monza o il Venezia) sta portando male al Napoli. Che chiude un febbraio nerissimo con soli 3 punti conquistati sui 12 disponibili. Se non è crisi poco ci manca, chiamiamola crisetta. Sabato la sfida scudetto contro quella Inter che pure a febbraio non ha brillato (7 punti sui 15 a disposizione) ma che tra sabato sera e domenica ora di pranzo ha rimesso la freccia.
GIOIELLI - Uno ha messo la firma sulla vittoria, l’altro ha brillato anche senza entrare nel tabellino dei marcatori. Assane Diao, senegalese naturalizzato spagnolo classe 2005, e Nico Paz, argentino nato in Spagna classe 2004, sono tra le sorprese più belle di questo campionato. Il primo, arrivato a Como a gennaio dal Betis, vanta l’incredibile score di 8 partite e 5 gol, tutti segnati a squadre nella parte sinistra della classifica: nell’ordine Milan, Udinese, Juventus, Fiorentina e Napoli. Il secondo segna e fa segnare: 6 gol e 5 assist, l’ultimo proprio a Diao nella vittoriosa sfida al Napoli di Conte. Fabregas, il più giovane allenatore della Serie A con i suoi 37 anni, se li coccola. E sopratutto li fa giocare. Bene, anzi, benissimo.
RECORD - Con la zuccata “sporca” che sabato sera ha regalato all’Inter la fondamentale vittoria contro il Genoa, Lautaro Martinez è diventato il primo straniero nerazzurro a centrare per sei volte la doppia cifra in campionato. Dei sette tornei giocati dal Toro argentino solo nel primo Lautaro ha fallito la missione fermandosi a 6 nel 2018-19. Poi un crescendo straordinario: 14, 17, 21, 21 fino ai 24 dello scorso campionato che gli sono valsi il trionfo nella classifica cannonieri. Altri tre grandi bomber interisti sono andati in passato sei volte in doppia cifra. Vieri (con un sei su sei dal 1999-2000 al 2004-05), Altobelli (otto volte su undici dal 1977-78 al 1987-88) e Boninsegna (sei su sette come Lautaro, dal 1969-70 al 1975-76). Curiosamente il totale dei gol di Martinez è fin qui uguale a quello del mitico Bonimba (113), inferiore a quello di Spillo (128) e superiore a quello di Bobo (103). Vale ricordare però che ai tempi di Boninsegna e Altobelli i campionati erano a 16 squadre, dunque con 30 partite a disposizione contro le 38 di oggi…
DISCHETTO - Sabato a Torino si è ancora una volta esaltato Milinkovic Savic, al quarto rigore parato su cinque in stagione. E si è ancora una volta inceppato un rigorista rossonero: per la prima volta ha fatto cilecca Pulisic dopo gli errori a Firenze di Abraham e Theo Hernandez. Il bilancio dal dischetto in questo torneo regala ai rossoneri la ben poco lusinghiera media del 50 per cento di realizzazioni (3 su 6: a segno due volte Pulisic e una Abraham). Lo scorso anno gli errori in A del Milan erano stati 2 su 6, per trovare un campionato con l’enplein rossonero su rigore bisogna andare al 2022-23: 5 rigori e 5 trasformazioni (3 Giroud e uno a testa Theo e Ibra).
ONORE - Il vittorioso debutto di Cristian Chivu sulla panchina del Parma merita applausi comvinti. Non tanto e non solo per il 2-0 al Bologna, quanto per la sportività e la cavalleria nei confronti del suo predecessore. “Lasciatemi dare il merito e fare i complimenti a chi c’era prima, a Fabio Pecchia: ha fatto un lavoro enorme e io ho trovato una squadra fisicamente a posto.” Ricordiamo ancora con raccapriccio le dichiarazioni (datate ottobre 2009) di Walter Mazzarri che, quando prese la guida del Napoli al posto di Donadoni, disse in pratica di aver ereditato una situazione disastrosa con una squadra male allenata e senza mordente. Campioni di stile si nasce, non si diventa…