La sfida di sabato, anche se penalizzata dal Covid, mette di fronte due squadre che hanno una precisa struttura di gioco
Un derby diverso, il primo del post Covid, con la pandemia che è intervenuta anche sulle scelte tattiche. Le caratteristiche di Inter e Milan, comunque, non cambieranno. Conte ha ormai sposato un sistema di gioco che prevede la presenza di un trequartista. Le giocate classiche a svuotare il centrocampo per la verticalizzazione per la sponda della punta e l'inserimento delle mezze ali, pur rimanendo immutate, si arricchiscono della presenza di un uomo tra le linee avversarie.
Questo implica una maggiore attenzione, da parte milanista, nel coprire la zona davanti alla difesa, sia per "sporcare" il passaggio diretto agli attaccanti, che per schermare il trequartista. Una delle chiavi del derby sarà proprio questa: a Kessie e Bennacer sarà richiesto un lavoro notevole, anche perché, oltre a dover fare attenzione a Barella (o Eriksen), dovranno rallentare le giocate dei due centrocampisti centrali avversari. Nel derby della famosa rimonta interista, quello dello scorso febbraio, Pioli, quando la squadra difendeva posizionalmente, stringeva i due trequartisti esterni verso l'interno del campo per impedire la verticalizzazione dei centrali di difesa verso i centrocampisti.
Quando invece il Milan sceglieva di pressare alto, le due mezzepunte esterne andavano ad aggredire i due "braccetti" (come vengono definiti i centrali esterni di una difesa a tre) con Ibrahimovic su De Vrij e i laterali bassi rossoneri chiamati alla pressione sui corrispettivi avversari sulle fasce. Nel caso si ripeta una situazione come quella, però, il pressing dovrà essere deciso, perché se la palla arrivasse in zone più avanzate, l'Inter si troverebbe in superiorità numerica, con Kessie e Bennacer a chiudere sui centrali di metà campo e i due difensori costretti a scegliere se uscire sul trequartista o rimanere sulle punte nerazzurre.
Dall'altra parte la chiave sarà quella di limitare le palle in verticale per Ibrahimovic. Da lì si accende la manvora del Milan, con i tre trequartisti del 4-2-3-1 che hanno la libertà di muoversi, aprendo gli spazi per le sovrapposizioni degli esterni, soprattutto Hernandez a sinistra, cercando associazioni in velocità con scambi rapidi o inserendosi in area. Un tourbillon difficilmente gestibile e leggibile dalla difesa avversaria. ecco perché i tre difensori dell'Inter avranno il compito più complicato di tutta la partita.