L'ex difensore nerazzurro in vista della gara dell'Olimpico: "Quello è stato il mio primo anno e l’ultimo sapete tutti come è andato a finire…"
Dici Lazio-Inter e non puoi non pensare al 5 maggio. Sono passati quasi vent’anni, la ferita è stata medicata con tanto di titoli e Triplete nerazzurro, ma rimane un dolore costante nell’immaginario collettivo interista, come conferma anche Marco Materazzi alla presentazione della nuova collezione ‘Nava for Inter’ ricordando le sue lacrime di quel giorno: “Dalle ceneri di quella sconfitta siamo ripartiti e anno dopo anno abbiamo costruito qualcosa di importante. Quello è stato il mio primo anno e l’ultimo sapete tutti come è andato a finire…”
In campo e sul tabellino di quel 5 maggio 2002 c’era anche un certo Simone Inzaghi, bomber 26enne, autore del 4-2 finale che al minuto 73 condannò i nerazzurri, che l’hanno scelto per difendere lo scudetto dopo la fuga di Conte: “Sta facendo un ottimo lavoro, è un allenatore che ha fatto grandissime cose alla Lazio e nonostante fosse nella sua comfort zone ha deciso di rimettersi in gioco” ha detto del neo tecnico nerazzurro Materazzi.
Come erede designato l’ex numero 23 sceglie invece Alessandro Bastoni e non solo per il piede mancino che li accomuna. Sabato all'Olimpico davanti ad Handanovic ci sarà naturalmente lui, nella difesa tipo con Skriniar e un altro ex come De Vrij: “Erede? Mi auguro in passato di essere stato alla sua altezza – ha detto Matrix – è un grandissimo giocatore e lo sta dimostrando: ha un piede incredibile e una personalità incredibile”.