Il caso Kvara non distrae il Napoli, il 2-0 al Verona rafforza la leadership azzurra con 47 punti in 20 partite anche se in teoria l’Inter (seconda a quota 43 ma con due gare da recuperare) è potenzialmente capolista. Inter unica vittoriosa delle Fab Four reduci dalla Supercoppa araba e pronta a scendere in campo mercoledì a San Siro contro il Bologna. Mentre domani toccherà ad Atalanta-Juventus e al Milan (malinconicamente ottavo in classifica) di scena a Como. Questa sera Monza-Fiorentina chiuderà la prima giornata di ritorno.
INCIDENZA – Il 2-3 nel derby di Riad è stato assorbito con disinvoltura dall’Inter. Che a Venezia non incanta ma vince la sua sesta partita consecutiva fuori casa senza prendere gol. Buone notizie dal fronte difensivo nerazzurro, un po’ meno da quello offensivo. La coppia Lautaro-Taremi aveva bagnato l’anno nuovo andando a segno in Arabia prima dell’incredibile remuntada rossonera che è valsa al Milan l’ottava Supercoppa della sua storia. A Venezia l’argentino e l’iraniano – confermati in coppia - sono andati in bianco, così come i loro sostituti Arnautovic e Thuram. A regalare i tre punti a Inzaghi è stato così l’immarcescibile Darmian, 35 anni ben nascosti sulle fasce come nel cuore della difesa. In effetti se si analizzano le 18 partite di campionato fin qui disputate si scopre che dei 46 gol segnati dai nerazzurri solo 19 (il 41 per cento) arrivano dai cinque attaccanti in rosa: 12 Thuram, 6 Lautaro, 1 Correa con Arnautovic e Taremi ancora a secco. Nello scorso torneo, quello che è valso all’Inter la doppia stella, quasi un gol su due (43 su 89) era invece arrivato dalla prima linea: Lautaro capocannoniere con 24 centri, 13 reti per Thuram e 3 a testa per Arnautovic e Sanchez.
VUOTO – Dei 12 pareggi sulle 19 partite di campionato della nuova Juventus targata Thiago Motta si continua a parlare. Così come del fatto che senza Vlahovic la Juve non ha mai vinto (tre pareggi in campionato in casa di Milan, Lecce e Torino e uno in Champions, a Birmingham contro l’Aston Villa) e che a Riad, sostituito il serbo al 65’ della sfida con il Milan, i bianconeri sono passati dall’1-0 all’1-2. Intendiamoci: Vlahovic non sarà il centravanti migliore del mondo. Ma è… un centravanti. E la Juve in estate ha sottovalutato il fatto che fosse… l’unico centravanti della rosa, con il lungodegente Milik out per i primi sei mesi. Certo qui la responsabilità non è solo dell’allenatore. Questo clamoroso errore di valutazione chiama in causa l’operato del responsabile del mercato Cristiano Giuntoli. Non esattamente un genio, a giudicare da questi suoi primi mesi juventini: Koopmeiners e Douglas Luiz, strapagati in estate, si sono rivelati fin qui due costosissimi flop. Sacrosanto parlare del ritardo di questa Juve con i suoi miseri 33 punti nonostante l’imbattibilità: 13 in meno rispetto allo scorso campionato, addirittura 20 in meno rispetto al 2018-19 (il primo anno bianconero di Cristiano Ronaldo). Sarà bene però ricordare come, nella prima stagione di Antonio Conte (2011-12), lo scudetto arrivò anche grazie ai gol di ben tre centravanti a disposizione del tecnico: Matri (10), Vucinic (9) e Quagliarella (4). In quella squadra superbamente assemblata da Beppe Marotta con la ciliegina di Pirlo in mezzo al campo strappato al Milan a costo zero…
CAMBI – Nelle zone basse della classifica i cambi di panchina (Monza a parte) stanno funzionando eccome. Lecce e Genoa ne sono la fotografia più lampante. Entrambe hanno cambiato guida tecnica dopo 12 giornate. I salentini erano terz’ultimi (con Gotti, 9 punti) e i rossoblù appena sopra la zona rossa (con Gilardino a quota 10). Ebbene, il ritorno in panchina di Marco Giampaolo dopo due anni e l’esordio italiano da allenatore di Patrick Vieira hanno sortito fin qui risultati strepitosi. Giampaolo ha conquistato 11 punti in 8 partite con 3 vittorie, 2 pareggi e 3 sconfitte fallendo sul piano del gioco solo la gara di Como (persa 2-0). Per una squadra che aveva segnato con il contagocce (solo 5 reti nelle prime 12 giornate), ecco che con il tecnico abruzzese si è passati a più di un gol a partita (9 in 8). In quanto a punti ancor meglio ha fatto l’ex giocatore di Milan, Juve e Inter: 13 in 8 gare, con 3 vittorie 4 pareggi e solo una sconfitta (immeritata) a Marassi contro il Napoli.