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Lotta scudetto

Inter davanti, ma il Napoli è vivo e lotta. L'Atalanta non ne approfitta e adesso la Juve...

I nerazzurri hanno più impegni e tra infortuni e condizione fisica non sono al 100%. Conte non molla, Gasp si rammarica. Motta se lunedì batte il Verona si porta a -6

di Giulia Bassi
01 Mar 2025 - 22:49
 © afp

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A differenza degli ultimi due campionati, dominati dal Napoli prima e dall'Inter poi, quest'anno la lotta scudetto è incerta e serrata. Dopo la 27esima giornata di fatto in vetta non sono cambiate le distanze: lo 0-0 di Atalanta-Venezia e l'1-1 di Napoli-Inter lasciano i nerazzurri al comando, a +1 sugli azzurri e a +3 sulla Dea. E attenzione alla Juve che, con tutti i suoi problemi, se lunedì batte il Verona si porta a -6 dal primo posto.

L'Atalanta non ne approfitta

 Potrebbero essere proprio i bianconeri gli unici a sfruttare questo turno di campionato. Cosa che non ha fatto l'Atalanta, che sulla carta aveva un impegno agevole e che poteva contare sullo scontro diretto del Maradona per guadagnare punti su Inter e Napoli (e visto il risultato per agganciare il secondo posto). Per la banda di Gasp il primo posto resta distante 3 lunghezze che, a 11 giornate dalla fine, non sono nulla. Tutto è possibile, soprattutto perché la Dea, fuori dalle coppe, ha solo il suo sogno impossibile (per dirla col suo allenatore) da inseguire. Ma serve cambiare ritmo nelle gare casalinghe, dove sono arrivate tre pareggi consecutivi, e soprattutto ora il calendario dei bergamaschi si fa tosto. A partire dalla prossima, contro la Juve. Poi restano Inter, Fiorentina, Lazio, Bologna, Milan, Lecce, Monza, Roma, Genoa e Parma. 

L'Inter resta davanti ma...

 L'Inter si tiene stretto il primato. E considerando gli incroci di questa giornata, tutto sommato può anche andare bene così. I nerazzurri però sono in corsa su tre fronti: oltre al campionato ora ricomincia la Champions e ad aprile c'è il doppio derby col Milan per la semifinale di Coppa Italia. I nerazzurri si sono presentati al Maradona con 12 gare stagionali in più sulle gambe rispetto a Conte e non è un aspetto da poco. Ancora una volta però i campioni d'Italia in carica non hanno vinto uno scontro diretto, sono apparsi in affanno, hanno creato pochissimo e devono fare ancora i conti con gli infortuni. Oltre a Sommer, Carlos Augusto, Zalewski e Darmian, a Napoli si è fermato anche Dimarco. Pure Calhanoglu è uscito anzitempo, dopo 50 minuti non proprio memorabili. Thuram, appena rientrato, è apparso lontano dai suoi standard. Insomma a Napoli Inzaghi era in emergenza ma ha mancato il colpo del ko e adesso il margine di errore è ridotto al minimo e gli impegni aumentano. In campionato restano da affrontare Monza, Atalanta, Udinese, Parma, Cagliari, Bologna, Roma, Verona, Torino, Lazio e Como. 

Il Napoli non molla

 Conte lo ha detto chiaramente: "Vogliamo rompere le scatole fino alla fine". Il Napoli non vince per la quinta partita consecutiva ma esce dalla sfida con l'Inter con la consapevolezza di aver giocato meglio e aver messo alle corde i più forti. Era essenziale non perdere, per quanto visto in campo Di Lorenzo e compagni meritavano di vincere ma il testa a testa prosegue. Gli azzurri, così come l'Atalanta, hanno solo il campionato a cui pensare: e infatti Conte ha concesso ai suoi due giorni di riposo (mentre l'Inter fa a mala pena in tempo a rientrare a Milano che già deve imbarcarsi per Rotterdam). Una marcia in più arriverà con i recuperi di Neres e Anguissa. Il Napoli deve tenere alta la tensione nelle sfide teoricamente più semplici: se contro Juve e Inter, ad esempio, ha giocato due grandi gare, aumenta il rammarico per quel secondo tempo di Como. Da qui in poi gli azzurri devono affrontare Fiorentina, Venezia, Milan, Bologna, Empoli, Monza, Torino, Lecce, Genoa, Parma e Cagliari

E se la Juve piano piano...

 E non va dimenticata la Juventus. Il traballante progetto di Thiago Motta (sul banco degli imputati dopo la settimana da incubo che lo ha visto uscire dalla Champions per mano del Psv e dalla Coppa Italia per mano dell'Empoli) potrebbe avere qualcosa da dire in campionato. E non solo per blindare il quarto posto che significa qualificazione all'Europa che conta. Fuori da tutto, anche i bianconeri (come Napoli e Atalanta) hanno solo la Serie A, quindi 12 partite da qui al termine della stagione, e vincendo lunedì col Verona andrebbero a -6 dal primo posto dell'Inter. Certo serve confermare la continuità avuta nelle ultime 4 giornate e davanti restano tre squadre (difficile pensare che tutte e tre continuino a rallentare). Oltre al Verona, la Juve giocherà con Atalanta, Fiorentina, Genoa, Roma, Lecce, Parma, Monza, Bologna, Lazio, Udinese e Venezia. 

Insomma, in un campionato dove tutti vogliono rompere le scatole o inseguire sogni impossibili, l'Inter è chiamata a difendere il suo fortino e il suo bottino: giocherà come minimo 4 partite in più e quest'anno la squadra cinica, bella e tritatutto che ha vinto la seconda stella sembra un ricordo un po' sbiadito. Condizione fisica e infortuni in questo momento non aiutano, il rendimento di alcuni giocatori nemmeno. Ma Inzaghi guarda tutti dall'alto in basso e qualcosa vorrà dire: è uscito indenne da un febbraio da incubo e dal fuoco del Maradona. Ma deve ritrovare l'Inter che corre, che spinge e crea, che gioca a memoria e colpisce. Che di essere la più forte e la più completa torni a dimostrarlo con prestazioni e risultati. Le "rotture di scatole" distano non poi così tanto. 

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