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UN DERBY, OTTO PREMI

Milan-Inter, buoni e cattivi: Godin ha la garra che serve, Biglia horror, Paquetà amorfo

I guanti puliti di Handanovic, il quasi gol di Politano, Piatek pistolero stanco: ecco com'è andata la notte di San Siro

22 Set 2019 - 08:57
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© Getty Images
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Due gol e tre pali a zero (considerando troppo esterno il legno di Hernandez). Responso più netto il prato di San Siro non poteva fornire. D'altronde l'Inter aveva sulla carta maggior cifra tecnica e maggior esperienza rispetto al Milan e i 90 minuti hanno confermato il divario. Che ora in classifica è già... doppio: 12 punti i nerazzurri e 6 i rossoneri. Una bella iniezione di fiducia per la brutta Inter vista in Europa, una bella botta alle ambizioni per un Milan che quell'Europa (quella della Champions) contava di riacciuffare.

PREMIO L'AMORE NON È BELLO... - Una vecchia canzone degli anni Settanta recitava proprio così: l'amore non è bello se non è litigarello... Ecco, se davvero Brozovic e Lukaku erano quasi venuti alle mani dopo l'eurosfida contro lo Slavia Praga i loro gol (che hanno deciso il derby) confermano che le liti negli spogliatoi a volte fanno proprio bene...

PREMIO GUANTI PULITI - Per Samir Handanovic una serata davvero tranquilla. Forse forse poteva andarsene a Linate a vedere il megashow di Jovanotti, magari portandosi dietro Padelli. Sarebbe bastato e avanzato un Berni qualsiasi tra i pali e l'Inter avrebbe vinto ugualmente...

PREMIO PISTOLERO STANCO - Ha giocato pochi palloni, avulso dal gioco e senza grosse opportunità per far male. Anzi una, clamorosa, Piatek l'ha avuta sulla capoccia quando ancora il parziale era di 0-0: sul preciso cross di Leao l'impatto del Pistolero (che fu) è stato da manuale del perfetto brocco. E la palla è volata via un metro e oltre la traversa.

PREMIO OK IL CAMBIO È GIUSTO - Giampaolo ha provato a raddrizzare la partita con i tre cambi a sua disposizione: poco è cambiato con l'ingresso di un amorfo Paquetà al posto di uno spento Calhanoglu, sicuramente azzeccato l'inserimento di Theo Hernandez al posto di un Ricardo Rodriguez sempre più imbarazzante, nulla ha aggiunto Rebic per un Leao che è stato comunque la nota più lieta della serataccia milanista.

PREMIO QUASI GOL - Meritava miglior sorte il sinistro a giro da fuori area di Politano che si è stampato sull'incrocio dei pali. Sarebbe stato il 3-0 e sarebbe stato il giusto premio per l'attaccante tascabile nerazzurro.

PREMIO PUNIZIONE HORROR - Lucas Biglia, classe '86, è argentino, ha preso parte a due Mondiali ed ha (aveva?) visione di gioco e piedi educati. Difficile riconoscerlo nell'autore dell'inguardabile punizione del minuto 84: destro da buona posizione direttamente in Curva Sud.

PREMIO LEADERSHIP - Diego Godin, classe '86, è uruguaiano, ha preso parte a tre Mondiali e continua a essere il top difensore che ormai da dodici stagioni conosciamo in Europa. La garra charrua, la grinta uruguaya, nel suo caso, non è un luogo comune.

PREMIO SOGNI D'ORO - Antonio Conte - leader con 12 punti su 12 - potrebbe prendersi una bella camomilla a fine partita e non solo il thè caldo dell'intervallo. Siamo un po' preoccupati per lui: "Io non dormo per l'Inter, come non dormivo per il Chelsea, per la Nazionale e per la Juventus" le sue parole in conferenza stampa. Fossimo in lui schiacceremmo un bel pisolino: quest'Inter (almeno nell'orticello del campionato italiano) fa dormire sonni tranquilli. E poi come diceva un suo vecchio maestro in azzurro, Arrigo Sacchi, "il calcio è la cosa più importante delle cose meno importanti."

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