Il posticipo della 24a giornata ha un grande valore per la corsa a un posto nella competizione per club più importante
In un campionato in cui si gioca solo per il secondo posto, Milan e Atalanta vanno a caccia dell'Europa che conta, con i rossoneri avanti di tre punti rispetto alla squadra di Gasperini. Inutile chiedersi se si sarebbe potuto fare di meglio in questo campionato (per quanto riguarda i campioni d'Italia la risposta è sicuramente affermativa), non resta che puntare al posto in Champions League, che per i bergamaschi era diventata una piacevole abitudine spezzata soltanto nella scorsa stagione.
Pioli insiste con il nuovo corso tattico, ed è difficile dagli torto visto che ha iniziato a scalare poco a poco i gradini che portano all'uscita dalla crisi soltanto con il cambio di sistema di gioco. Il recupero di Maignan è sicuramente un'ottima notizia per un Milan che può ritrovare così quegli automatismi nell'uscita da dietro che hanno caratterizzato la stagione dello scudetto. Davanti la certezza del tridente stretto, con Diaz e Leao dietro a Giroud, con Messias e Theo larghi in un centrocampo gestito dalla coppia Tonali-Krunic. In difesa Kalulu, Thiaw e Tomori.
Rossoneri che si specchieranno nell'Atalanta, che fa del 3-4-3 uno dei suoi marchi di fabbrica. Anche se i due esterni di Gasp, Lookman e Boga, agiranno un pò più larghi rispetto ai colleghi milanisti. Ma questi sono dettagli. La differenza è soprattutto nell'atteggiamento strategico. Si sa che i bergamaschi agiscono con marcature individuali strutturate su scalate in avanti che permettono di mantenere la superiorità numerica in difesa. Un'idea che può essere messa in difficoltà dagli esterni avversari, quando tagliano verso il centro. Se il dirimpettaio atalantino si mette a seguire il laterale, libera lo spazio sulla fascia, se non lo fa lascia la superiorità in mezzo al campo ai padroni di casa. Per questo ieri Gasperini ha spiegato i motivi per cui nel recente passato i suoi hanno particolarmente sofferto Theo Hernandez. Dall'altra parte Pioli dovrà cercare di non lasciare il tridente nerazzurro in parità numerica con i suoi tre difensori, senza dover però fare arretrare troppo gli esterni di centrocampo.
Una battaglia tattica particolarmente stimolante, insomma, anche per chi non dovesse seguire la partita soltanto per motivi legati al tifo.