Il capo degli arbitri lancia l'allarme: "Il monitoraggio avviene in spazi angusti, difficile garantire distanze di sicurezza"
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L'eventuale ripartenza del campionato di Serie A sarà inevitabilmente condizionata dalla presenza di garanzie di sicurezza per tutti i protagonisti: non solo i calciatori, ma anche gli arbitri. Il numero uno dell'AIA, Marcello Nicchi, ha acceso i riflettori sulla questione, sottolineando come potrebbe essere difficile tornare a giocare con l'ausilio della tecnologia: "Potremmo essere costretti a ripartire senza VAR - ha spiegato Nicchi - Oggi per il VAR si usano ambienti angusti, ci sono operatori che lavorano vicini ad altri e non si può sapere chi ha frequentato chi. Si corre il rischio che non ci siano le dovute distanze di sicurezza".
Il capo degli arbitri italiani ha sottolineato come la categoria sia particolarmente esposta: "Gli arbitri sono quelli più a rischio per una ripartenza senza le dovute precauzioni: si muovono da soli, con treni e aerei, frequentando aeroporti e stazioni. Bisognerà ponderare bene, non possiamo mandare gli arbitri allo sbaraglio in un momento in cui non ci sono le condizioni per una ripartenza. Se ripartiamo, chiederò di sapere quali sono le garanzie offerte. Una cosa è mettere in sicurezza la Serie A e una cosa è mettere in sicurezza una squadra del mondo dilettantistico. Lavoriamo per essere pronti. Ci sono tante cose da valutare attentamente. Ripartire è quello che auspichiamo tutti, ma l’obiettivo è non mettere a rischio nessuno. Per giocare ci vorranno arbitri con le massime tutele".
Se per far tornare al lavoro gli arbitri sul campo potrebbero bastare alcune precauzioni specifiche, tuttavia, per quelli nella VAR Room le cose potrebbero essere molto più complesse: "Ripartire senza VAR potrebbe essere una delle cose che ci costringono a dover fare - ha specificato Nicchi - Oggi per il VAR si usano ambienti angusti, tipo furgoni, dove in uno spazio di due metri quadri ci lavorano anche gli operatori TV, oltre che i nostri arbitri. Si corre il rischio che non ci siano le dovute distanze di sicurezza. Io mi auguro che la cosa non accada, ma potrebbe anche sorgere questo rischio. Spero ci diano spazi più grandi e sanificati. Se non si dovesse ripartire con il VAR sarebbe perché siamo alle prese con un’emergenza sanitaria importante”.
CAMPIONATO SENZA VAR? SUI SOCIAL È RIVOLTA
L'ipotesi di un campionato senza tecnologia di supporto agli arbitri ha scatenato la rivolta social di molti tifosi, che ritengono che questa scelta possa minare la regolarità del campionato, visto che, di fatto, la stagione si svolgerebbe con due protocolli arbitrali differenti. Tanti fanno notare come si scatenerebbero facilmente polemiche tra i club e qualcuno ventila anche l'ipotesi di una possibile pioggia di ricorsi per la mancanza dell'assistenza video.