La Milano del calcio, tra oggi e martedì, si gioca il titolo di campione d'inverno e le semifinali di coppa Italia
Sarà anche un titolo platonico quello di campione d'inverno ma, sotto sotto, chi ci arriva vicino, alla fine, vuole portarselo a casa. Oggi, intorno alle 20, Milan e Inter sapranno la verità pensando che poi, martedì prossimo, si troveranno davvero faccia a faccia a San Siro per i quarti di coppa Italia. E' vero che siamo a metà stagione, ma da parecchio tempo non si aveva la sensazione di una Milano davvero padrona del calcio italiano come in questi mesi.
Al Milan basta un punto per lo scudetto d'inverno, ma se davvero vuole continuare la sua corsa senza il fiato sul collo dei cugini, ha la necessità di conquistarne tre. Il problema è che di fronte ha l'Atalanta. E' vero che il gap non è più quello di fine dicembre 2019 (quando i rossoneri sono stati distrutti a Bergamo) e che la squadra di Gasp viene da due pareggi di fila contro Genoa e Udinese, ma è anche vero che i nerazzurri non hanno mai sbagliato con le grandi, basti pensare a trionfi netti come quelli di Liverpool o alle prestazioni con Juventus, Inter, Lazio e Roma.
A Pioli queste cose interessano poco. Preferisce pensare ai recuperati e ai nuovi arrivi (Mandzukic e Tomori) che gli permettono di avere una rosa non più condizionata da una continua emergenza. Erano 18 anni che le due milanesi non si contendevano il titolo d'inverno, dalla stagione 2002-03 (e quella volta lo scudetto andò alla Juventus...). L'Inter, in contemporanea con i rossoneri, gioca a Udine contro una squadra che ha bisogno di punti e con un allenatore sempre a rischio. Proprio per evitare ai suoi dei cali di concentrazione dopo la splendida prova contro i bianconeri più prestigiosi, Conte ha parlato in conferenza stampa della necessità di mettere in campo alla Dacia Arena la stessa voglia vista contro la Juventus, sperando nel ritorno al gol della sua coppia d'attacco a secco da tre giornate.
Pioli e Conte come Rocco ed Herrera, insomma, o Trapattoni e Sacchi, quando il calcio italiano era una sfida infinita che si decideva spesso sotto la santa ombra della Madonnina.