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L'INTERVISTA

Empoli, Corsi: "Per salvare il calcio no a interessi personali o egoismi"

Il presidente del club toscano: "Qui ci si salva tutti o nessuno. Dal nostro club dipendono 150 famiglie"

di Gianluca Mazzini
03 Apr 2020 - 07:55

Fabrizio Corsi è il decano dei presidenti nel calcio professionistico. Del resto è numero uno dell’Empoli da quasi 30 anni (è diventato presidente nel 1991). Manager di primo livello ha permesso alla sua società di essere un eccellenza dal punto di vista dei bilanci ma Corsi è anche un autentico talent scout calcistico. È lui ad aver lanciato allenatori come Spalletti e Sarri. Importante conoscere il suo parere su questa crisi sanitaria, senza precedenti, che ha travolto il calcio.

Presidente è possibile ripartire e finire i campionati?
È presto per dirlo. Bisognerà vedere in che situazione si trova l’Italia a fine aprile. Se riprendessero gli allenamenti si può pensare, dopo un mese, di scendere in campo. Ma ci vuole tempo e cautela. Del resto i giocatori sono fermi da metà marzo.

Lei però è ottimista.
Solo davanti ad uno stop definitivo del governo potremmo arrenderci. Adesso siamo obbligati a guardare avanti e pensare come riprendere l’attività. Vedo che Uefa e soprattutto i calciatori si sono detti possibilisti e questo è importante.

Ma a livello di società ci sono voci discordanti e alcuni presidenti chiedono di “chiudere” i campionati.
La maggior parte delle società ha la necessità e l’interesse a far ripartire l’Azienda Calcio. Certo poi c’è chi pensa solo al proprio orticello. Ma qui o ci si salva tutti o nessuno.

Tra l’altro sono le squadre di testa e in coda ai tornei le più restie alla ripresa…
Fermo restando che prima di tutto viene la salute, è necessario guardare anche oltre. Dall’Empoli Calcio dipendono 150 famiglie. Qualche risposta la devo anche a loro. Lo ripeto: in questa fase non si può guardare a piccoli interessi di bottega o di classifica. L’Azienda Calcio non può permettersi, come nessun altra azienda di compromettere il futuro soprattutto per colpa di qualcuno che cerca di tutelare (senza alcuna dignità) piccoli egoismi. L’ipotesi di ripresa dei campionati tra maggio e giugno, con le coppe a luglio è un ipotesi da tenere presente.

Anche perché inizialmente le partite si potrebbero disputare a porte chiuse. I suoi calciatori cosa pensano?
Ormai i calciatori sono, nella maggior parte, ragazzi consapevoli e professionali. Sanno che la ripresa dei tornei è anzitutto nel loro interesse. Anche i tifosi aspettano la ripresa delle partite. Poi dopo questa calamità che ci ha colpiti possiamo anche sognare un miracolo. Ricordiamoci della Sars. La cosiddetta Sindrome Respiratoria Acuta Grave come comparve improvvisamente in Cina nel 2002 è altrettanto repentinamente scomparsa. Tutto nel giro di pochi mesi. Speriamo la storia si possa ripetere..

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