Il club veneto segnala l'episodio e condanna i mancati provvedimenti disciplinari
© lapresse
"Il Chievo condanna e stigmatizza fermamente il comportamento razzista subito da Joel Obi, e si rammarica perché ad una frase sentita dai più in campo non sia seguito alcun provvedimento disciplinare: né da parte dell'arbitro, né da parte dell'assistente e quarto uomo, né il procuratore federale". Così il club veneto in una nota sul proprio sito ufficiale diffuso dopo l'incontro di campionato giocato a Pisa in cui, sottolinea il Chievo, il giocatore di casa Michele Marconi, avrebbe rivolto a Obi la frase 'la rivolta degli schiavi'. La Procura Figc ha avviato gli accertamenti del caso.
"La società - prosegue la nota del Chievo - esprime la massima solidarietà verso il suo giocatore, oggetto di una infamante e squallida frase, che nulla ha a che fare con i più elementari e basilari valori di sport, etica e rispetto. La società Chievo da sempre convinta sostenitrice dei valori di etica, rispetto e fair play, continuerà a restare in prima linea nella lotta contro ogni forma di razzismo o violenza, dentro e fuori da qualsiasi campo di gioco".
LA PROCURA FIGC SI ATTIVA
In relazione ad una presunta frase di matrice razzista che sarebbe stata pronunciata da un giocatore durante la partita di serie B Pisa-Chievo nei confronti del calciatore ospite Joel Obi, come emerge da alcuni organi di informazione, la Procura federale della Figc ha già avviato gli accertamenti del caso con gli ispettori presenti. Lo apprende l'Ansa. Il procuratore federale, Giuseppe Chiné, è in contatto con i suoi collaboratori per ricostruire la vicenda. Se saranno necessari approfondimenti, sarà immediatamente aperta un'indagine.