Il campionato cadetto resta a 19 squadre: Ternana, Pro Vercelli, Siena, Catania e Novara giocheranno in C
Niente da fare per Ternana, Pro Vercelli, Siena, Catania e Novara. Dovranno ufficialmente giocare in Serie C, perché il Tribunale Federale Nazionale della Figc, presieduto da Cesare Mastrocola, ha giudicato inammissibili i loro ricorsi sull'annullamento delle delibere di Roberto Fabbricini, sulla Serie B a 19 squadre. È una decisone che conferma il format a 19 squadre fissato dal Commissario straordinario della Federazione per il campionato cadetto.
Il collegio giudicante ha ritenuto che quanto fatto da Fabbricini e l'impedimento dei ripescaggi, nonostante le domande presentate dai club, "non siano sindacabili sotto il profilo della loro legittimità da questo Tribunale, se non per manifesta illogicità che, nel caso di specie, non sembra sussistere". E nella motivazione aggiunge: "L`interesse che le società avevano perché la vicenda dei ripescaggi si concludesse non può trovare tutela in questa sede".
In sostanza, dopo che il Coni aveva indicato il Tfn competente sulla vicenda, quest'ultimo si è dichiarato incapace di giudizio nel merito. Come prevedibile, le società coinvolte non si arrendono. Massimo Proietti, avvocato della Ternana, ha annunciato altri ricorsi e fatto un appello al Governo: "Procederemo con il ricorso alla Corte Federale perché il percorso sportivo va completato" ha dichiarato il legale a tuttoc.com. "Andremo di nuovo prima alla Caf e poi ancora una volta al Collegio di Garanzia del Coni, a meno che non intervenga la politica. L'articolo 41 del decreto Salvini afferma che per tali decisioni le competenze diverrebbero del Tar. Ma anche in questo caso resterà da capire riguarderà anche i processi pendenti o meno, e quindi anche i nostri".
A lui si unisce Cesare Di Cintio, legale della Pro Vercelli che sempre a tuttoc.com ha espresso il proprio parere: "Una decisione così incomprensibile dal punto di vista giuridico non potrà che essere posta all'attenzione della politica. Auspico un intervento del Governo, è inaudito che delle società non abbiano avuto giustizia dopo tutto questo tempo. In un senso o nell'altro non è stata presa una risposta nel merito, ma è un'ipotesi di denegata giustizia".
Chi, invece, ha attaccato l'esecutivo italiano è stato Pietro Lo Monaco, convinto che tutto sia stato "organizzato scientificamente e portato avanti senza cautele da chi pensa di poter bypassare tutto". Secondo l'amministratore delegato del Catania, il decreto Salvini è arrivato tardi: "Penso che il Governo abbia perso fin troppo tempo perché questa è una situazione veramente ridicola che butta soltanto discredito sul nostro calcio. Più si va avanti e più si dà modo a certe persone di essere inadempienti, bypassare le regole e dare dimostrazione di non voler salvaguardare le norme. Non ci sono più commenti da fare su una situazione che, ripeto, può essere risolta solo dal governo".