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LEGA CALCIO

Simonelli: "Campionato a 18 squadre sarebbe meno avvincente e rappresentativo, ok al Var a chiamata"

Il presidente chiude a una riduzione delle squadre: "Il vero problema è l'intasamento dei calendari di Uefa e Fifa"

17 Feb 2025 - 09:58

Da tempo la Serie A dibatte sulla necessità di tornare a un campionato a 18 squadre, ma finora non se ne è mai fatto nulla. E l'impressione è che si resterà così ancora a lungo. Almeno a giudicare dalle parole del neo presidente della Lega Serie A, Enzo Maria Simonelli. "E' un argomento di ampio respiro, riguarda il futuro di tante squadre. Su questo lascio sempre la sovranità all'assemblea. Un campionato a 18 squadre vorrebbe dire quattro partite in meno ma anche un campionato meno avvincente e meno rappresentativo di tutta Italia. Se si dovesse ridurre il numero di squadre, cosa che al momento non mi sembra una cosa realizzabile a breve, perderemmo un po' di questa diffusione sul territorio. Anche all'estero i principali campionati sono a 20 squadre", ha detto a Rai Radio 1.

Perché, "l'intasamento del calendario è il vero problema del calcio, ma è una cosa che non dipende dalla Lega Calcio. Non possiamo fare niente per ridurre il numero delle partite quando queste sono organizzate da altri organizzatori come Uefa e Fifa. Non è nei nostri poteri intervenire sul calendario internazionale".

Una novità che potrebbe invece arrivare e il cosiddetto "Var a chiamata". "Personalmente sono favorevole. Ne dobbiamo ancora parlare in Assemblea, ma credo che molti la pensino come me".

Quanto alla prossima stagione, Simonelli rivela di aver individuato una data per l'inizio: "Il 23-24 agosto per evitare il calcio a Ferragosto. Non abbiamo fissato la data ma possiamo anticipare che al 99% l'inizio sarà in quel weekend del 23-24 agosto".

Infine una riflessione sulla tenuta economica del sistema calcio in Italia: "Chiaro che la Premier League è diventata irraggiungibile. Loro fatturano oltre 4 miliardi e noi siamo a 1,2 miliardi. Siamo stati aiutati dai decreti governativi come il decreto Crescita che ha permesso di attrarre grandi campioni. Siamo stati al secondo posto del ranking Uefa, ora siamo terzi e speriamo di tornare secondi. Senza i benefici fiscali stiamo perdendo competitività: se il calcio perde competitività, la perde tutto lo sport italiano perché il 10% degli introiti del calcio viene destinato agli altri. Mi auguro che il governo prenda consapevolezza di questo e trovi dei meccanismi che ci permettano di attrarre i campioni". 

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