Il ministro dello Sport gela le speranze: "In questo momento non è prioritario"
Per rivedere i tifosi di calcio, e non solo, negli stadi italiani, bisognerà attendere ancora un po'. Molto, a giudicare dalle parole del ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora. "Io escludo che a gennaio ci possa essere questa possibilità. Lo dico molto chiaramente. Ognuno dal proprio punto di vista, parlo dei tifosi, vorrebbe riprendere i propri hobby. Noi come Governo dobbiamo avere delle priorità. All'Olimpico, far andare 20mila persone su 60mila significa fare una serie di controlli e gestire una macchina che in questo momento non è prioritario. Il mio desiderio è rivedere i tifosi allo stadio prima possibile, ma non credo sarà a gennaio", ha detto a Rai3.
La speranza, invece, è che presto si possa tornare a fare attività sportiva nelle palestre, nelle piscine e magari anche sulle piste da sci. "Confido che entro fine gennaio tutta l'attività sportiva potrà riprendere in condizioni che il Cts indicherà, ovviamente con tutte le limitazioni per la sicurezza. È un obiettivo raggiungibile, dobbiamo vedere i dati. Credo sia assolutamente possibile riaprire entro la fine gennaio palestre, centri danza e piscine", ha aggiunto. Sugli impianti di risalita: "Credo che il Cts abbia chiesto delle correzioni ai protocolli più che una bocciatura. L'apertura degli impianti dipende molto dai dati di questi giorni. È vero che c'è una zona rossa, ma dobbiamo vedere in termini di contagi che cosa avremo a gennaio. Mi auguro che prima del 7 febbraio, quando inizieranno i Mondiali di sci di Cortina, si possa farlo".
Nei giorni dell'arrivo del vaccino, anche lo sport dovrà fare la sua parte visto che in estate ci saranno i Giochi olimpici. "Tutto il mondo dello sport deve essere coinvolto, tutto questo mondo deve essere di esempio e può farlo per prepararsi a questa grande competizione. Sono convinto che vada coinvolto da tutti i punti di vista".
Spadafora ha poi annunciato che riproporrà al Consiglio dei ministri l'approvazione del decreto sulla governance dello sport, che non era stato approvato nelle scorse settimane. Sulle possibili sanzioni per l'Italia da parte del Cio: "Si ritiene che il Coni, e anche il Cio lo pensa, non abbia quella autonomia funzionale e indipendenza che tutti i comitati olimpici devono avere. In parte è vero. Ma noi la soluzione l'avevamo trovata con un decreto sulla governance nel mondo dello sport. L'abbiamo portato in Consiglio dei ministri, ma le forze politiche hanno ritenuto di non doverlo approvare. Io oggi riproporrò di nuovo quel decreto e vedremo se stavolta si troverà una convergenza".